DA TUTTA L’EUROPA 5 zione di ritirarsi dagli affari; ma l’imperatore rifiutò assoluta-mente di accettare le sue dimissioni. Bismarck si contentò di prendersi un congedo più lungo del solito, ed andò a passarlo nella sua dimora prediletta di Varzin (nel distretto prussiano di Kòslin); naturalmente le cose più importanti continuarono ad essere sottoposte al suo giudizio, ma egli si sentì libero dall’ingombrante lavoro giornaliero del ministero, e dedicò quei dieci mesi di vacanza a rafforzare i suoi studi di politica finanziaria e commerciale. I miliardi pagati dalla Francia avevano avuto per conseguenza un improvviso rimborso di molti prestiti dello Stato, cosicché il capitale privato aveva dovuto cercare nuovi impieghi. Ne derivò un enorme e rapidissimo sviluppo delle industrie, facilitato anche dall’unità raggiunta dal paese e dalle condizioni stesse della pace di Francoforte; poiché Bismarck, per impedire alla Francia di rompere le sue relazioni di commercio con la Germania, aveva imposto la clausola, per la quale le due nazioni si impegnavano ad applicarsi reciprocamente le tariffe doganali accordate alla nazione più favorita. In quei primi anni del dopoguerra si arrivò ad una vera febbre di speculazioni in imprese arrischiate, ed essa condusse ad un terribile crack finanziario. Nello stesso tempo l’incremento industriale determinò un grande aumento di operai, ed in seno ad essi il partito socialista incominciò a fare notevoli progressi per modo che nelle elezioni del Reichstag del 1877 riuscì a far trionfare 13 dei suoi candidati. L’allarme destato da questo incremento del socialismo, e la crisi economica, che i conservatori attribuivano in gran parte all’indirizzo liberista adottato dal governo, impressionarono Bismarck. Indifferente per le teorie egli variava la sua azione secondo le circostanze; fino al 1866 era stato coi conservatori; dopo la guerra coll’Austria aveva ricercato la collaborazione dei liberali; ora si staccò dai liberali per accostarsi di nuovo ai conservatori; cosicché col 1878 si ebbe un cambiamento d’indirizzo nella politica tedesca; a poco a poco anche la lotta contro il partito cattolico venne diminuendo d’intensità. Tutto ciò però dipendeva sempre dalla volontà del Cancelliere; l’azione del Reichstag era assai scarsa nella vita del paese.