104 PREVALENZA DELLA POLITICA SOCIALE Triplice) anche il trattato della Germania colla Russia fu rinnovato per altri tre anni. Ma per Bismarck la garanzia più sicura consisteva sempre nei grandi armamenti : perciò negli anni 1887-88 fece deliberare nuove spese militari e considerevoli aumenti nel numero dei soldati, il che costituiva, secondo lui, il modo migliore di mantenere la pace. L’imperatore Guglielmo I, che contava ormai 91 anni di età, si estinse dopo breve malattia il 9 marzo 1888. Il figlio Federico III, che gli succedette sul trono ed ispirava grandi simpatie per le sue alte doti di mente e di cuore, era moribondo: da più di un anno soffriva orribilmente per un cancro alla laringe: un mese prima di salire al trono aveva dovuto subire la tracheotomia, così che dovette poi esprimere i suoi pensieri per iscritto. In tali condizioni non potè esercitare grande influsso sull’indirizzo del governo; nei tre mesi del suo regno Bismarck continuò ad avere piena libertà di azione. Alla morte di Federico III (18 giugno 1888) salì al trono suo figlio Guglielmo II. Nato nel 1859 era cresciuto al suono delle grandi vittorie tedesche e si era imbevuto di gloria e di patriotismo; di ingegno pronto, di carattere deciso, di un’attività febbrile, aveva però destato gravi preoccupazioni nel padre « per la sua presunzione e vanità e per il suo modo di giudicare impetuoso e incline alla avventatezza » (*). Bismarck aveva cercato di addestrarlo alla sua scuola nella illusione di farsene un allievo devoto; egli, che aveva superato tante difficoltà, credette che sarebbe riuscito anche ad imporsi a questo giovane ambizioso e insofferente di tutela. Da principio Guglielmo II sfogò la sua attività in viaggi (l) Queste parole si trovano in una lettera scritta dal principe ereditario Federico a Bismarck nel 1886 e da lui riportata nel terzo volume dei suoi Ricordi e Pensieri. Alla morte di Bismarck i suoi eredi avevano pubblicato i primi due volumi di questi Ricordi che arrivano fino alla morte di Federico III; ma Bismarck aveva scritto un terzo volume, nel quale diede sfogo al suo rancore contro Guglielmo II, anzi per assicurarne la stampa dopo la sua morte, lo aveva consegnato egli stesso alla sua Casa Editrice. Gli eredi di Bismarck avevano stabilito che esso dovesse pubblicarsi soltanto dopo la morte di Guglielmo II ; ma, caduto l’impero, questo terzo volume venne pubblicato nel 1922, nonostante tutti i tentativi fatti dall’ex imperatore per impedirne la stampa.