IV. ESPANSIONE COLONIALE DEGLI STATI EUROPEI Il progresso industriale dell’Europa assumeva ogni giorno proporzioni più grandiose. L’Inghilterra e la Francia, che continuavano ad essere alla testa del movimento economico, dovettero però constatare come la Germania e l’Italia, che erano state per tanto tempo i loro migliori clienti, avevano ormai preso un posto importante nella vita industriale; per crearsi una nuova clientela esse si slanciarono, con maggior vigore di prima, nelle imprese coloniali, e presto furono seguite in questa via dalle altre Potenze. Lo sviluppo sempre crescente dei mezzi di comunicazione, e specialmente della navigazione a vapore, facilitò tale movimento di espansione. La spedizione di Tunisi segnò l’inizio di questo allargamento della vita politica di Europa. L’Inghilterra, che coi suoi consigli aveva influito a spingere la Francia a quella occupazione, non l’aveva poi vista molto di buon occhio per la preoccupazione dei suoi interessi nel Mediterraneo: essa trovò presto il modo di rifarsi in Egitto, paese ricco e posizione strategica di prim’ordine. Quivi l’ingerenza degli europei nell’andamento politico del paese, giunta sino alla deposizione del Kedivè, aveva aggravato l’odio contro gli stranieri : l’agitazione nazionalista e religiosa si fece ogni giorno più viva. A capo di questo movimento si pose il colonnello Arabi pascià, che nel febbraio 1882, per imposizione appunto dei soldati della guarnigione del Cairo, fu dal Kedivè nominato ministro della guerra. Egli fece licenziare tutti gli impiegati europei; allora la Francia e l’Inghilterra inviarono ad Alessandria una flotta, che domandò l’allontanamento di Arabi pascià e degli ufficiali che si erano più compromessi nelle ultime agitazioni. Il Kedivè dichiarò di essere disposto ad accettare