DA TUTTA L’ EUROPA 25 l’esercito, che fu riformato foggiandolo sul modello prussiano. Regolate poi tutte le norme relative al funzionamento della nuova costituzione, l’Assemblea il 31 dicembre 1875 si sciolse. Il partito repubblicano, che con una tattica prudente di conciliazione e di pazienza era riuscito a far approvare la costituzione, continuò a dar prova di saggezza nel periodo elettorale evitando le esagera-Izioni e gli eccessi; Leone Gambetta, promotore di questa politica, portò attraverso la Francia la sua parola abile ed ardente per convertire a quest’ordine di idee anche gli elementi meno disciplinati del partito avanzato. La nuova Camera dei deputati riuscì in maggioranza repubblicana; invece nel Senato la Destra potè disporre di qualche voto in più della Sinistra, ma era suddivisa nei soliti gruppi; il Senato insomma riproduceva, per così dire, la fisonomía dell’Assemblea Nazionale del 1871, e quindi anche in esso, come era avvenuto nell’Assemblea, il centro destro liberale, votando ora con la destra ora con la sinistra, diventava l’arbitro della situazione. Il presidente Mac-Mahon aveva notoriamente simpatia per la Destra, ma per qualche tempo tenne un’attitudine costituzionale corretta; finalmente i suoi amici politici lo persuasero che egli doveva assumere la difesa sociale e religiosa contro l’avanzarsi delle idee radicali e lo indussero ad agire in tal guisa: il 16 maggio 1877 egli licenziò il ministero repubblicano, che era presieduto da Giulio Simon, e nominò un ministero conservatore e clericale sotto la presidenza del duca di Broglie. Allora 363 deputati di Sinistra votarono un ordine del giorno contro questo tentativo el Presidente, il quale per evitare discussioni burrascose prorogò la Camera in attesa di ottenere dal Senato l’autorizzazione di scioglierla. Intanto il nuovo ministero per prepararsi alle elezioni revocava prefetti e sotto-prefetti, creava imbarazzi alla vendita dei giornali di opposizione, impediva molte riunioni politiche, adoperava insomma tutti i mezzi possibili per influire sull’opinione pubblica. Il Senato approvò la proposta di sciogliere la Camera ma con una piccola maggioranza: il governo ritardò le elezioni fino al limite massimo fissato dalla costituzione. Finalmente si inSaggiò la grande campagna elettorale; in essa apparvero le difficolta che impedivano un’azione compatta delle varie frazioni monarchiche; invece i 363 deputati della protesta si presentarono