46 NUOVA FASE gendo nel suo paese e dell’importanza che esso aveva assunto per l’apertura del canale di Suez, non perdeva occasione per cercare di arrivare all’indipendenza; si era fatto accordare il titolo di Kedivè e di Altezza, si era fatto autorizzare ad aumentare a suo piacere esercito e marina, a contrarre prestiti e a trattare con le Potenze straniere; poi aveva fatto regolare in modo definitivo il sistema di successione di padre in figlio per ordine di primogenitura come nelle monarchie europee. Anche in Egitto quindi il vassallaggio verso la Turchia si riduceva ormai a poca cosa. In Africa la Porta non conservava più di dominii diretti se non la Tripolitania con circa un milione di abitanti. In Asia invece i suoi possessi erano ancora molto estesi: tutta l’Asia minore, l’Armenia, la Siria, la Mesopotamia e l’Arabia, con una popolazione di circa 12 milioni. In Europa i suoi possessi diretti comprendevano circa 8 milioni e mezzo di abitanti. Nonostante le insurrezioni scoppiate nella Erzegovina, nella Bosnia e nell’isola di Gandia, il Sultano Abdul-Azis (salito al trono nel 1861) era riuscito a mantenere la sua autorità in tutti questi paesi; ma l’infelice riuscita dei tentativi di riforme aveva tolto molto prestigio al governo: i pascià spadroneggiavano a loro piacere curandosi ben poco degli ordini che partivano da Costantinopoli; dappertutto si verifica-vano disordini ed arbitrii nella amministrazione e nella giustizia, ruberie e favoritismi nelle esazioni delle imposte e nelle spese. I due migliori ministri del suo regno, Fuad pascià e Alì pascià erano morti, ed Abdul-Azis, tutto dato ai piaceri, lasciava che lo Stato precipitasse a rovina. Nei dominii europei i cristiani, che erano quasi il doppio della popolazione maomettana, soffrivano ogni sorta di persecuzioni; ciò riusciva in particolar modo intollerabile agli abitanti della Bosnia e della Erzegovina, che vedevano i loro fratelli serbi abitanti nella Serbia e nel Montenegro godere di migliore destino; perciò la propaganda attivissima, che i comitati panslavisti di Russia facevano nella penisola balcanica, non doveva tardare a produrre i suoi effetti. Nel luglio del 1875 la rivolta scoppiò nel-l’Erzegòvina; la Turchia non vi aveva che poche truppe; perciò gli insorti riuscirono molto facilmente ad occupare i passi delle montagne che dominano la comunicazione col porto di Kleck, l’unico dominio turco che si incastrava nei possessi austriaci lungo