VERSO LA CONFLAGRAZIONE GENERALE la rivoluzione: il capo del movimento, Edoardo Carson, organizzò dei corpi di volontari e un comitato insurrezionale, che gli affidò il diritto di stabilire quando si dovesse venire alla resistenza a mano armata; molti ufficiali inglesi, di guarnigione in Irlanda, si dimisero dalla loro carica per evitare di essere mandati a ristabilire l’ordine nell’Ulster. La situazione era gravissima. In Francia crisi ministeriali continue (cinque in poco più di un anno) rendevano necessariamente debole il governo, ed in mezzo alla indisciplina generale, divenuta la nota dominante nella vita del paese, un fatto clamoroso parve portare al colmo il disordine: la signora Caillaux, moglie del ministro delle finanze, esasperata per la campagna fatta dal giornale Figaro contro suo marito, uccideva a colpi di rivoltella il direttore del giornale stesso (marzo 1914). Le scene più drammatiche e morbose del processo della signora Caillaux si svolsero nel luglio 1914, così che in quel mese fatale, che sconvolse la storia dell’Europa, l’attenzione del pubblico francese era rivolta ad esso, più che al lavorìo diplomatico che precedette lo scoppio della guerra. Le elezioni avvenute nel maggio avevano dato una prevalenza sempre maggiore agli elementi più accentuati, mentre in tutta la nazione si avvertiva un malessere politico, che sembrava indizio di una crisi profonda. In Russia nei grandi centri industriali l’agitazione operaia si svolgeva in modo allarmante, e scioperi colossali davano l’impressione di un pericolo rivoluzionario. Anche l’Italia si trovò agitata, nel giugno 1914, da uno sciopero generale, che assunse carattere grave nelle Romagne e nelle Marche : in alcuni paesi i rivoltosi furono per alcuni giorni padroni della situazione. Ma il ministero Salandra con opera ferma e decisa riuscì presto a ristabilire l’autorità dello Stato. Nella penisola balcanica invece l’avvenire si presentava gravido di incertezze: oltre al pericolo, che derivava dal contrasto tra l’Austria e la Serbia, che covava i suoi odii con fervore patriotico, e oltre alla passione della Bulgaria, che desiderava di riprendere alla Serbia e alla Grecia le terre ad esse cedute, vi era il problema del nuovo regno di Albania, teatro di ribellioni permanenti : l’autorità del principe Guglielmo di Wied non si faceva sentire nemmeno a pochi chilometri da Durazzo. Da una parte continue