NUOVA FASE DELLA QUESTIONE D’ORIENTE ! La guerra di Crimea aveva sembrato rialzare le sorti della Turchia: per la prima volta nel secolo XIX essa, in una crisi gramissima, non solo non aveva perduto alcun territorio, ma aveva sentito nel Congresso di Parigi proclamare solennemente come un principio fondamentale della grande politica internazionale la integrità dell’impero ottomano. Ma tutto ciò era stato poco più che semplice apparenza; in realtà già nell’esecuzione stessa delle deliberazioni del Congresso di Parigi il Sultano aveva dovuto ad attarsi a soluzioni ben diverse da quanto egli s’era immaginato rispetto ai Principati della Rumenia e della Serbia. Questi poi andarono sempre più sciogliendo i loro legami di vassallaggio, e nel 1874, quando conclusero colPAustria-Ungheria delle convenzioni commerciali, non richiesero la ratifica della Sublime Porta. [ E questa diminuzione di autorità sopra gli Stati vassalli non si verificò soltanto in Europa, ma anche in Africa. La reggenza di Tunisi era da quasi due secoli governata da una famiglia di origine candiota, il cui capo col titolo di Bey dominava con potere assoluto, ma era vassallo della Turchia. Per i frequenti contatti col mondo europeo e con la vicina Algeria, divenuta dominio francese, la Tunisia era un po’ progredita, ed il Bey cresciuto di ricchezza e quindi anche di potere riuscì a liberarsi alquanto dalla dipendenza del Sultano, che dovette rinunziare all’antico tributo ed accontentarsi che il vassallaggio si riducesse a semplice Apparenza, cioè che il Bey ricevesse l’investitura dal Sultano, battesse moneta col nome del Sultano, e poche altre formalità. In Egitto poi il viceré Ismail pascià (succeduto allo zio Said nel 1863) omo abile ed ambizioso, fiero della civiltà che si veniva svol-