28 LA GERMANIA PRESA A MODELLO blicani, poco numerosi ma audaci, dai carlisti, che si preparavano già ad insorgere, e dai partigiani degli altri due pretendenti, Alfonso di Borbone e il duca di Montpensier. Non conoscendo le tradizioni del paese e l’indole della popolazione credette di acquistarsi simpatie continuando sul trono nelle sue abitudini democratiche; ma la grande maggioranza del paese, avvezza al fasto della Corte, non lo capì. Il partito clericale, fortissimo nella Spagna, vedeva in lui il figlio del re che aveva abbattuto il potere temporale del papa e gli si dimostrò subito nemico; la nobiltà trattò con disdegno questo re democratico, cosicché egli si vide salutato con simpatia soltanto da una parte della borghesia. Volle governare come un re parlamentare; ma disgraziatamente lo stesso partito, che lo sosteneva, si divise in due (i progressisti con a capo Sa-gasta ed i radicali con a capo Zorrilla), donde una serie continua di crisi ministeriali senza che alcun capo riuscisse ad imporsi durevolmente. Approfittando di questa situazione Don Carlos (nipote di quegli che aveva diretto la guerra carlista quarant’anni innanzi) si recò nelle provincie basche a capitanarvi l’insurrezione scoppiata in suo favore; alla lor volta i repubblicani presero ad agitarsi; si verificò anche un attentato: nel luglio del 1872 in una delle vie più popolose di Madrid il re e la consorte sua Maria Vittoria, mentre se ne ritornavano in carrozza da una passeggiata, furono oggetto di una scarica di fucilate; uno dei cavalli fu ferito; i sovrani rimasero illesi per miracolo; anche questa volta la polizia non seppe trovare il menomo indizio dei colpevoli. Ciò nonostante il re Amedeo non volle accogliere il consiglio che gli fu dato di imporsi colla forza, di governare colla violenza. L’esercito stesso, abituato ai pronunciamenti, era indisciplinato. Il re non tardò a sentirsi isolato: tra l’odio di audaci nemici e l’indifferenza dei più egli non aveva il conforto di alcun affetto, fuorché quello della sua coraggiosa consorte, che divise con lui gli affanni e le amarezze di quel breve e travagliato regno. Il 29 gennaio 1873 gli nacque in Madrid il figlio Luigi (che fu poi il duca degli Abruzzi), e in quella occasione, contrariamente alle usanze spagnole, la nobiltà si astenne dal recarsi a Corte. Tutti i suoi sforzi per avviare la Spagna all’ordine e alla prosperità riuscirono vani; perciò alla prima occasione che gli si presentò (un suo