272 MOVIMENTI DI GUERRA NEL MEDITERRANEO tutti avevano disubbidito ai loro ordini, perchè conoscevano le discordie che le dividevano e rendevano impossibile ogni loro azione comune. Alla Conferenza di Bucarest non era stata ammessa la Turchia; ma anche questa questione fu risòlta per trattative dirette tra la Bulgaria e la Turchia, trattative che si svolsero a Costantinopoli ed approdarono facilmente a un accordo, poiché la Bulgaria si adattò a rinunziare ad Adrianopoli, che ritornò così alla Turchia. Durante questa seconda guerra balcanica l’incubo dell’ingrandimento della Serbia aveva talmente turbato il governo austriaco da spingerlo a domandare, ai primi di luglio 1913, l’adesione della Germania e dell’Italia per un’azione contro la Serbia (x). Il governo italiano fece notare che non si trattava di un’azione difensiva e che quindi non vi era il casus foederis contemplato nel trattato di alleanza. L’imperatore Guglielmo II era persuaso che la prima cura della Germania doveva essere rivolta a conservare a ogni costo la Triplice Alleanza e specialmente a tenersi legata coll’Austria; perciò aveva manifestato anche rumorosamente la sua solidarietà coll’Austria; ma d’altra parte temeva di essere trascinato a una guerra, che presentava dei rischi non compensati dai vantaggi che potevano derivarne; procedeva quindi con una certa riserva, e dietro le quinte faceva sforzi per trattenere l’Austria, contegno che è espresso perfettamente da una frase che gli fu allora attribuita: « Fate attenzione -— avrebbe detto all’arciduca ereditario d’Austria, — voi fate troppo rumore con la mia (x) Questo passo dell’Austria fu reso noto al pubblico per la prima volta dall’on. Giolitti nella seduta della Camera dei Deputati del 5 dicembre 1914. Egli ne indicò la data al 9 agosto 1913, ma Antonio Salandra, che era allora Presidente del Consiglio, nel suo libro La neutralità italiana avverte che, cercati i documenti, si trovò che la domanda austriaca era stata fatta nel luglio, cioè al principio e non alla fine di questa nuova guerra; e questa data è confermata dalla grande pubblicazione ufficiale dei documenti tedeschi. Si può collegare quest’episodio col decreto del governatore di Trieste del 19 agosto 1913, che ordinava al podestà di Trieste di licenziare tutti gli impiegati addetti ai servizi municipali, che non avevano nazionalità austriaca. Questo provvedimento, che colpiva essenzialmente cittadini italiani, parve allora in contraddizione colla Triplice Alleanza, rinnovata l’anno prima; molto probabilmente esso rappresentò un atto di dispetto della Corte di Vienna per la risposta italiana di un mese prima (vedi pag. 305).