258 MOVIMENTI DI GUERRA NEI. MEDITERRANEO Questa transazione parve lasciare malcontenta l’opinione pubblica delle due nazioni, per modo che sia il ministro tedesco delle colonie che il ministro francese degli esteri dovettero rassegnare le dimissioni. Ormai in Francia si era stanchi delle continue mi-naccie della Germania e si cominciava a dire che era preferibile affrontare una buona volta la lotta; e in Germania molti pensavano che le grandi forze militari, che erano state preparate, dovevano dar modo di imporre la propria volontà e non di limitarsi a una semplice transazione. Nella discussione svoltasi al Reichstag il deputato Heydebrandt, capo dei conservatori, deplorò gli accordi conclusi : « Non è con le concessioni che noi assicureremo la pace, ma bensì con la spada tedesca »; e con grande sorpresa di tutti dalla loggia imperiale il principe ereditario applaudì calorosamente questa frase. In mezzo a questa atmosfera, che appariva piena di intenzioni bellicose, gravi preoccupazioni incominciarono ad assalire anche i piccoli Stad, che dubitarono di essere travolti nella lotta. Il Belgio specialmente si allarmò constatando la sua insufficiente organizzazione militare. Il re Alberto attese con ardore ai provvedimenti da prendersi per assicurare l’indipendenza del suo regno, e le Camere approvarono le spese necessarie sia per le fortificazioni di Anversa, sia per aumentare gli effettivi dell’esercito. * * * Mentre duravano ancora le trattative per l’accordo franco-te-desco, l’Italia prendeva la deliberazione di occupare la Tripolitania. I ricordi dolorosi della campagna d’Africa del 1896 avevano alienato per lungo tempo i cuori degli Italiani dalla politica coloniale; ma col miglioramento delle sue condizioni economiche l’Italia si rialzò anche dalla depressione morale che aveva allora subita: un più elevato tenore di vita ed una più diffusa cultura la resero più preparata ad interessarsi di cose d’oltre confine e d’oltre mare. Il giovane partito nazionalista, piccolo per numero ma eletto per la qualità degli adepti (x), affermò la necessità di dare un (*) Basta ricordare qualcuno dei nazionalisti già scomparsi: Enrico Corredini, Scipio Sighele, Gualtiero Castellini, Piero Foscari, Arturo Colautti, Antonio Cippico.