UNA RIVISTA AL TEATRO. 35 Infine la scena è portata in Egitto ; un camello vero appare sul palcoscenico ; beduini e graziose egiziane intrecciano danze locali. Viene riprodotto anche un Harem, affollato di servili Eunuchi e di languide Odalische, seducenti nel loro fascino orientale. Ma quello che rende estatica la folla è la scena del tesoro dei Faraoni, ove appaiono con gran pompa le principesse dell’argento, dell’oro, delle perle, del Sole, in uno sfolgorìo di luci. La rivista ungherese gareggia con la viennese nella messa in iscena, sfarzosa e di buon gusto, nei motivi musicali, delicati e briosi, nelle danze, stupende coreografie. Le artiste che all’arte squisita accoppian grazia e bellezza, sono l’idolo del pubblico il quale, più o meno,è sempre minutamente informato delle loro vicende private. I giornali dèi resto, non mancano di soddisfare questa curiofità. Le spese che il teatro deve sosteuere per una rivista raggiungono cifre esorbitanti, ma sono poi ricoperte dal successo, tanto che una rivista viene replicata per due, tre mesi e, fino all’ultimo giorno, il teatro è sempre al completo.