E LO SCOPPIO DELLA GUERRA MONDIALE 335 guerra fosse portata immediatamente a termine quando l’obbiet-tivo della sicurezza fosse stato raggiunto e gli avversari fossero stati pronti a fare la pace ». Così la Germania marciò tutta compatta con la convinzione di adempiere al suo dovere. L’Austria non era una nazione, ma uno Stato-mosaico di nazionalità diverse, tenuto insieme dalla Dinastia e dall’esercito; perciò lo scoppio della guerra, che risvegliava tutte le più ardite ambizioni nazionali, turbò profondamente gli animi degli Slavi, dei Rumeni e degli Italiani che ne facevano parte; negli ultimi anni essi avevano acquistato una coscienza più precisa delle rispettive nazionalità ed ora intravedevano nelle sorti della guerra la possibilità di una sistemazione diversa. Ciò portò qualche incrinatura nella compattezza degli eserciti austriaci, e venne ad indebolire quella forza di resistenza solida e tenace, che era stata in altri tempi la loro gloria. * * * Mentre alla prova del fuoco la Triplice Intesa si era dimostrata solida e si era trasformata davvero in un’alleanza, in cui i tre governi si impegnavano a non concludere pace separatamente (Patto di Londra del 4 settembre 1914), la Triplice Alleanza si riduceva alla Duplice austro-germanica, poiché se ne era staccato il terzo alleato, l’Italia. I nostri governanti, dopo aver invano tentato con l’azione diplomatica di impedire la guerra associandosi con calore alle proposte inglesi di mediazione, ripeterono ai governi tedesco ed austriaco, che la guerra intrapresa dall’Austria aveva un carattere aggressivo che non concordava col carattere puramente difensivo della Triplice, e perciò deliberarono la neutralità dellTtalia; la mattina del 2 agosto il Re Vittorio Emanuele III autorizzò il Presidente del Consiglio Salandra a farne la dichiarazione ufficiale, che fu pubblicata il 3. Guglielmo II sperò ancora di poter far mutare questa decisione mediante un suo intervento personale presso il re Vittorio Emanuele III: mandò perciò a Roma un suo aiutante di campo, che fu ricevuto dal Re il 3 agosto, ma naturalmente ciò non indusse il Sovrano a mutare proposito. La neutralità dell’Italia, che non tardò a dimostrarsi assai benevola verso la Francia, tolse a questa ogni preoccupazione sulla