NEI RAPPORTI INTERNAZIONALI 177 1* 11 novembre 1869); lo si sapeva semplice, affabile, intelligente, studioso e dato ad una vita attiva e regolare; con l’assiduità nello studio e con viaggi frequenti era riuscito a formarsi una larga cultura, rafforzata poi da una memoria straordinaria. Nel 1896 il suo matrimonio aveva destato larghe simpatie nella nazione, perchè egli non era andato a cercare la sua consorte fra le grandi famiglie regnanti d’Europa, ma aveva fissato la sua scelta sopra una modesta principessa di quel piccolo popolo montenegrino famoso soltanto pel suo eroico valore. Arrivato al trono fece presto conoscere di essere ben preparato per compiere degnamente i suoi doveri di sovrano, di cui sentiva tutta la responsabilità; egli studiava sempre molto attentamente tutti i problemi che si presentavano. L’ambasciatore francese Barrère nella sua corrispondenza col ministro Delcassé fin dal 1901 scriveva di lui: « Più si afferma la personalità di Vittorio Emanuele III, e più si fa manifesto che essa è quella di un sovrano sagace, avveduto e poco inclinato a seguire ciecamente i sentieri battuti.....; ascolta con attenzione, parla con precisione, interroga e risponde con tono netto e deciso....; le sue riflessioni svelano una libertà di spirito, che impressiona favorevolmente ». Con Vittorio Emanuele III il riavvicinamento alla Francia, iniziato dal ministro Visconti-Venosta, si accentuò sempre più. Il punto più diffìcile delle relazioni franco-italiane riguardava il Mediterraneo. Dopo la forzata rinunzia a Tunisi il governo italiano aveva rivolto le sue mire sulla Tripolitania, ma temeva che la Francia pensasse di estendere i suoi possessi da quella parte; tra l’ambasciatore Barrère e il ministro Visconti-Venosta si iniziarono trattative confidenziali per regolare amichevolmente le viste future delle due nazioni, e nel dicembre 1900 si riuscì a concretare due dichiarazioni scritte, per le quali il governo francese dichiarava di non avere intenzione di estendere la sua influenza al di là della frontiera tunisina verso la Tripolitania, e il governo italiano da parte sua riconosceva i diritti particolari della Francia sul Marocco, aggiungendo che se l’azione della Francia avesse modificato lo stato politico e territoriale del Marocco, l’Italia si sarebbe considerata autorizzata a far valere la sua influenza in rapporto alla Tripolitania. Questo accordo fu mantenuto segreto, ma presto si ebbe una manifestazione pubblica dell’amicizia rista- P. Orsi : La storia mondiale - II. 12