E DOMINII COLONIALI 253 sisti: esso distrusse quanto aveva fatto Franco, dimostrò clemenza verso i cospiratori e indisse le elezioni per il 5 aprile; poi fece approvare dalla nuova Camera la proposta per la riduzione della lista civile e per il pagamento dei debiti della Casa Reale verso lo Stato in versamenti annuali. Ma la calma non si ristabilì più nel paese: in due anni si succedettero al potere sei ministeri, e in mezzo a questi continui cambiamenti il partito repubblicano svolse un’attivissima propaganda non solo nella popolazione civile, ma anche nell’esercito e nella flotta: la Corte, avendo saputo che gran parte della flotta aderiva alle idee repubblicane, volle allontanarla per qualche tempo da Lisbona, ma quest’ordine accelerò lo scoppio della rivoluzione. Nella notte dal 3 al 4 ottobre 1910 un reggimento di fanteria e uno di artiglieria insorsero, ed occupate alcune posizioni importanti nella capitale, iniziarono la lotta contro il governo, mentre le truppe della marina si impadronivano dell’arsenale e le navi dal porto bombardavano il palazzo reale. La rivoluzione si svolse e trionfò con una rapidità sorprendente appunto perchè compiuta dall’esercito e dalla marina: i realisti non cercarono nemmeno di lottare; la famiglia reale fuggì a Gibilterra e di là in Inghilterra (1). Il mattino del 6 la repubblica era proclamata a Lisbona e presto riconosciuta nelle provincie, a Madera, nelle Azzorre e nelle colonie. I personaggi più eminenti del partito repubblicano formarono un governo provvisorio sotto la presidenza di Teofilo Braga. Esso, senza aspettare la riunione della Assemblea Costituente, fece subito grandi riforme, specialmente nel campo religioso stabilendo la separazione dello Stato dalla Chiesa, provvedimenti che, condannati dal Papa, provocarono vive agitazioni nel paese. L’Assemblea Costituente, raccoltasi nel giugno 1911, proclamò la repubblica e fece una nuova costituzione stabilendo due Camere e un presidente eletto per quattro anni e non rieleggibile nei primi quattro anni successivi; poi procedette alla nomina del presidente nella persona di Manuel De Ariaga, un vecchio professore di diritto che aveva sempre sostenuto le idee repubbli- (!) La nonna del re Manuele, la regina Maria Pia, figlia del re Vittorio Emanuele II, venne a rifugiarsi in Italia e mori poi nel castello di Stupinigi nel 1911.