320 LA TRAGEDIA DI SERAJEVO in pace; resisteva perciò alle pressioni che gli venivano fatte per indurlo a propositi di guerra; ma si finì per scuoterlo dalla sua incertezza rappresentandogli che era in giuoco la dignità dell’Austria, e che l’esercito, esasperato per le due mobilitazioni fatte inutilmente durante le guerre balcaniche, voleva assolutamente rialzare il suo prestigio, unica garanzia per la compagine dell’impero. Ad ogni modo Francesco Giuseppe, prima di dare la sua definitiva approvazione, volle assicurarsi la solidarietà di Guglielmo II. Anche alla Corte di Berlino l’ambiente militare era pieno di ardore bellicoso; poco tempo prima il Capo di Stato Maggiore Moltke, nipote del grande generale di Guglielmo I, aveva detto all’imperatore che per la Germania, era quello il momento più favorevole per una guerra, poiché i preparativi militari iniziati allora dalla Francia e dalla Russia non sarebbero stati pronti che fra due o tre anni (1), Quarantaquattro anni prima una frase consimile, pronunziata dal suo illustre zio, aveva deciso Bismarck a preparare il cosidetto dispaccio di Ems; ora essa influì grandemente sulla decisione di Guglielmo II. Egli subiva ogni giorno più l’influsso di quest’atmosfera guerresca anche perchè si era accorto della popolarità acquistatasi dal Principe ereditario sostenendo le idee dei pangermanisti; e d’altra parte sentiva la necessità di curare la debolezza organica della monarchia austriaca, il suo battistrada verso l’Oriente. Negli ultimi anni si era stretto in grande amicizia con l’arciduca Francesco Ferdinando, che a sua volta gli si era dimostrato molto riconoscente per i riguardi che Guglielmo aveva sempre usato verso la duchessa di Hohenberg; perciò l’assassinio dei suoi due ospiti di 15 giorni prima aveva destato in lui viva commozione e sdegno profondo. In questo delitto egli vide anche messo in pericolo il principio monarchico, e credette che per ciò lo stesso Nicolò II non si sarebbe opposto all’azione dell’Austria; si persuase che un colpo di forza contro il vespaio serbo era l’unico mezzo per consolidare (*) Quasi a dar ragione a Moltke, al Senato francese il 13 luglio 1914 il senatore Humbert, relatore della commissione per l’esercito, denunziava lo stato di impreparazione militare della Francia, e le sue rivelazioni furono in gran parte confermate dal ministro della guerra.