262 MOVIMENTI DI GUERRA NEL MEDITERRANEO Tunisi, Carlhage e Manouba, il che diede origine a una viva disputa diplomatica colla Francia; fortunatamente i due governi si accordarono di sottoporre la vertenza al tribunale dell’Aja, e così il malumore, che era sorto tra le due nazioni, si attenuò (1). A ogni nostra vittoria però (più memoranda tra tutte quella delle Due Palme del 12 marzo 1912) i nemici si ritiravano di qualche chilometro nell’interno, ma non desistevano dalla lotta. Per persuadere la Turchia a venire a trattative di pace, l’Italia decise di occupare alcune isole dell’Egeo: si cominciò da Stam-pàlia (che era stata nel Medio Evo dominio della famiglia veneziana dei Querini fino al 1537 quando l’avevano occupata i Turchi) ; poi si sbarcò un corpo di truppe, comandato dal generale Ameglio, nella più grande e più importante del gruppo di isole che si avvicinano alla costa asiatica, Rodi (che i Turchi avevano tolto ai Cavalieri Gerosolimitani nel 1522): il presidio turco si ritirò nell’interno dell’isola, ma fu raggiunto, accerchiato e fatto prigioniero (maggio 1912). Vennero poi occupate le altre dieci isole, che insieme a Rodi e a Stampàlia costituivano il Dodecanneso (2). La Turchia rispose confiscando le navi italiane che si trovavano nei suoi porti e deliberando l’espulsione di più di 20 mila Italiani dal territorio del suo impero. Durante tutta la guerra la flotta turca era sempre rimasta riparata entro lo stretto dei Dardanelli, che fu seminato di mine, mentre le fortezze delle due rive venivano munite di nuove e più potenti artiglierie. Nella notte dal 18 al 19 luglio cinque torpediniere italiane penetrarono nello stretto col proposito di silurare la flotta turca; nonostante il fuoco infernale delle fortezze la squadriglia si spinse innanzi per 20 km. finché arrivò in vista della flotta turca ancorata nella baia di Nàgara. Il suo tentativo di silurarla fallì, ma i marinai italiani nell’audacissima impresa die- (*) La sentenza del tribunale dell’Aja non solo escluse l'offesa alla bandiera francese, ma anche ogni pregiudizio morale e politico, obbligando soltanto l’Italia a pagare 100 mila lire di danni pel Carthage e 40 mila lire pel Manouba. (a) La più settentrionale è Patmo, celebre perchè vi fu mandato in esilio, sotto l’imperatore Domiziano, l’apostolo Giovanni, che vi compose (verso l’anno 95 dell’èra volgare) VApocalisse, visione apparsagli in una grotta, che viene ancor oggi indicata ai visitatori dell’isola. Vengono poi Lero, Calimno, Coo, Nisiro, Simi, Piscopi, Chalki, Scàrpanto e Caso.