LA TRIPLICE E LA DUPLICE 143 tativi di russificare le provincie popolate da elementi stranieri, anzi estese quest’opera anche al granducato di Finlandia, che veramente non era una provincia russa, ma costituiva uno Stato particolare che riconosceva per suo capo lo czar delle Russie col titolo di granduca di Finlandia. Nel secolo XIX questo paese aveva progredito molto, anche perchè vi era stata grandemente curata la diffusione dell’istruzione. A cominciare dal 1890 il governo russo cercò di unire più strettamente i due paesi ed in alcune amministrazioni si incominciò ad esigere la conoscenza della lingua russa; poi si stabilì che la corrispondenza fra il governatore generale ed il Senato finlandese si farebbe in russo; furono unificati i servizi postali dei due paesi e resa obbligatoria in Finlandia l’accettazione delle monete russe. I risultati però di quest’opera di unificazione non furono molto soddisfacenti. In complesso nei paesi Baltici dipendenti dalla Russia si venivano invece verificando (conseguenza ancora in gran parte dell’abolizione della servitù della gleba) due notevoli cambiamenti di carattere sociale: l’indebolimento dell’aristocrazia e la formazione della borghesia; ed in seno a questa nuova società le aspirazioni nazionali si affermarono più ancora di prima. Nel 1894 con sorpresa generale si venne a sapere che Alessandro III, che sembrava dotato di una costituzione fisica fortissima e non contava ancora 50 anni, era gravemente ammalato; naturalmente si parlò subito di veleni, in realtà si trattava di nefrite. Egli si recò nel mezzogiorno della Russia, a Livadia (sul mar Nero) nella speranza che il dolce clima giovasse alla sua salute, ma tutto fu vano; il i° novembre 1894 morì. Gli succedette il figlio Nicolò II, che contava ventisei anni; molto buono e sensibile, ma di salute delicata, era stato come atterrito in tutta la sua vita dalla volontà irremovibile di Alessandro III. Animato da ottime intenzioni egli desiderava ardentemente di fare il bene dei suoi sudditi, ma non sapeva come riuscirvi; mancava di intelligenza e di energia, le due doti essenziali per un sovrano; pur essendo persuaso della necessità di cambiamenti, non volle farli troppo presto per non lasciar credere che egli biasimasse suo padre. Per lungo tempo esercitò la massima influenza su di lui la madre, che a sua volta era dominata dal partito retrivo capitanato dal Pobiedonozeff, che continuò ad essere