NEI RAPPORTI INTERNAZIONALI *97 Anche in Russia l’impianto delle industrie e l’incremento dei commerci avevano determinato un aumento notevole nel numero e nella ricchezza della borghesia. Per qualche tempo la sua attività restò concentrata negli affari, ma man mano che la sua istruzione andò svolgendosi, man mano che coi viaggi essa venne a conoscere meglio la vita delle popolazioni occidentali, sentì più fortemente il peso del vecchio organismo dello Stato russo e provò un vivo desiderio di essere ammessa a partecipare alla vita pubblica. Insieme con la borghesia si sviluppò anche un proletariato operaio; il governo russo, nonostante tutti gli ostacoli che oppose sempre alle associazioni, non potè però impedire che nei grandi centri industriali si costituissero delle società di mutuo soccorso e delle cooperative, in seno alle quali si infiltrarono facilmente alcuni socialisti della classe intellettuale, che presero a fare attiva propaganda delle loro idee. Per combattere questo pericolo, anzi per trarre a sè la nuova formidabile forza che si veniva formando nel ceto operaio, il governo russo pensò di fare organizzare altre associazioni dirette da persone benevise alle autorità; così a Pietroburgo, con l’approvazione del governo, il pope Gapon associò migliaia di operai delle officine metallurgiche. Nella vita della Russia si era venuto così svolgendo un vivo movimento di idee: aspirazioni liberali, di carattere politico, nella borghesia e desideri di miglioramenti economici negli operai. La parte più intelligente e più colta della nobiltà comprese che la nuova Russia industriale non poteva più adattarsi al sistema primitivo e semplicista del governo czarista e non si oppose alla tendenza trasformatrice; ma la maggioranza della nobiltà, la burocrazia e il clero rimasero refrattari a ogni idea di cambiamenti; e poiché costituivano gli elementi che circondavano più da vicino il sovrano, furono in grado per lungo tempo di persuaderlo che quelle idee di riforma, di cui gli giungeva talvolta un’eco lontana, non erano che ¡’aspirazione di un’infima minoranza. Effettivamente la grande maggioranza della popolazione, che era costituita dai contadini, non aveva sentimenti di opposizione al governo: solo avvertiva un grande disagio economico derivante in gran parte dall’aumento della popolazione, poiché le terre, che per la legge dell’abolizione della servitù della gleba erano state assegnate alla collettività degli abitanti del villaggio (mir), erano