DELLA QUESTIONE D’ORIENTE 53 |emo di lord Beaconsfield durante le lunghe negoziazioni diplomatiche aveva fatto ripetutamente delle dichiarazioni, che ave-[ano incoraggiato il governo turco nella resistenza, ed ora non rebbe stato alieno dall’intervenire nella lotta, se avesse potuto ntare su qualche alleato; ma trovandosi solo non osò procedere alcuna azione: dichiarò che sarebbe rimasto neutrale finché isserò soltanto in giuoco gli interessi della Turchia, ma soggiunse e vi erano altri interessi, che l’Inghilterra voleva assolutamente rispettati e li precisò in questi punti: l’integrità e l’indipendenza dell’Egitto; la libertà e la sicurezza del canale di Suez, e l’indi-p< ndenza di Costantinopoli. Il governo russo diede assicurazioni in proposito, e così il pericolo di un intervento inglese svanì. * * * s La Russia aveva preparato due eserciti; uno per combattere in Europa sotto il comando del granduca Nicolò, fratello dello czar, e composto di oltre 250 mila uomini, e l’altro di 60 mila uomini destinato a combattere in Asia sotto il comando del generale Loris Melikoff. Il primo obbiettivo dell’esercito d’Europa doveva essere il passaggio del Danubio, ma per arrivarvi bisognava attraversare la Rumenia. Il principe di Rumenia, Carlo di Hohenzollern, desiderava approfittare dell’occasione per rompere gli ultimi legami di vassallaggio verso la Turchia, ma d’altra parte temeva di trovare nello czar un patrono troppo potente; tra i dubbi e le incertezze, da cui era agitato, comprese però che l’esercito russo, anche se i Rumeni si fossero opposti, sarebbe entrato egualmente nella Rumenia, la quale sarebbe necessariamente divenuta il teatro della guerra e ne avrebbe subito tutti i danni; preferì quindi concludere una convenzione colla Russia accordandole libero passaggio nel Principato. Il 24 aprile 1877 i Russi entrarono in Rumenia; a tale notizia i Turchi assalirono il territorio rumeno, e allora la Rumenia, lieta di questa aggressione, dichiarò guerra alla Turchia e proclamò l’indipendenza del Principato. Essa mise in campo un esercito di 60 mila uomini, che costituì poi l’ala destra dell esercito russo del Danubio. Naturalmente i Montenegrini ripresero con maggior vivacità la campagna, mentre il partito favorevole alla guerra si faceva di nuovo forte in Serbia.