334 LA TRAGEDIA DI SERAJEVO la persuasione della necessità dell’intervento. Il 3 agosto il ministro Grey lesse alla Camera dei Comuni la lettera del re del Belgio invocante aiuto, ed ottenne subito i crediti necessari per la mobilitazione delle forze di terra e di mare, poiché, dopo l’aggressione tedesca nel Belgio, ogni dubbio nel ministero e nel pubblico sparì. L’indomani l’Inghilterra, dopo un vano passo fatto ancora a Berlino per indurre la Germania a sospendere l’avanzata nel Belgio, entrò in guerra contro la Germania. Ed ora che la guerra era decisa, tutti i cittadini non tardarono a trovarsi concordi; anche i lavoratori si affermarono attaccati alla loro patria ed alle loro istituzioni; perfino la guerra civile, che sembrava imminente in Irlanda, parve dileguarsi. Il Cancelliere Bethmann Hollweg mostrò stupirsi che « per una parola, neutralità, che in guerra fu tante volte violata, e per un pezzo di carta l’Inghilterra si decidesse a combattere contro una nazione sorella, che non chiedeva se non amicizia » ; nel discorso pronunziato quel giorno stesso (4 agosto) in Parlamento cercò di giustificare il passo fatto dicendo che « necessità non ha legge » e promettendo che « quando sarà raggiunto lo scopo militare il governo tedesco avrebbe riparato l’ingiustizia che commetteva; presentò poi la Russia come quella che aveva preso l’iniziativa delle ostilità. Le sue parole furono salutate dall’approvazione calorosa del Reichstag, che, dopo di avere votato con entusiasmo tutti i progetti di legge riguardanti la guerra, intonò in mezzo a profonda commozione l’inno nazionale. Veramente i socialisti negli ultimi giorni precedenti la guerra avevano tenuto parecchi co-mizii in favore della pace; ma il governo aveva agito abilmente sopra i capi persuadendoli che si trattava essenzialmente di una guerra di difesa contro la Russia czarista e dispotica, contro un pericolo non solo nazionale, ma anche politico; lo stesso Bethmann Hollweg aveva avuto una conversazione col deputato Siidekum, capo dei socialisti revisionisti, ottenendone la promessa di rinunziare all’idea dello sciopero generale; nella seduta poi del 4 agosto il capo dei socialisti Haase lesse la dichiarazione, per la quale, contrariamente alla opposizione fatta fino allora ai crediti per l’esercito e per la marina, il partito socialista ora li approvava, e a nome di 4 milioni di lavoratori tedeschi disse: « Nell’ora del pericolo noi siamo con la patria », domandando soltanto che « la