CATTARO E IL MONTENEGRO 01 dicono talvolta con aria di mesto rimprovero, voi che avete raggiunto il grande ideale a prezzo di tanti sacrifici, come potete, sia pure indiretta- mente, osteggiare un popolo che meno fortunato di voi lotta ancora per raggiungerlo ? Ma se talvolta la loro espressione si atteggia a un mesto rimprovero, non per questo hanno dimenticato le prove di simpatie che le nostre popolazioni hanno dato alla causa jugo-slava prima del congresso di Berlino, non per questo è spenta in loro la riconoscenza verso gli animosi italiani che accorsero a combattere nelle loro file. E che feste, che liete accoglienze avrebbero fatto al nostro Principe Ereditario, se per la solita que- stione della visita del nostro Re a Vienna, il prin- cipe Vittorio Emanuele, per andare, o per ritornare da Cettigne avesse scelto la via di Antivari, an- ziché quella di Cattaro! Ma il Principe, si diceva in quei giorni, non vedrà, per ora, le Bocche di Cattaro che dall’ alto dei monti ai quali è addos- sata la città e dove un palo segna il punto di con- fine. Di lassù egli potrà vedere la ripida strada a zig-zag — la serpentina — dalla quale si scende a Cattaro, cercherà forse col principe Nicola i luoghi dove sotto il Vladika Pietro i montene- grini disputarono palmo a palmo il terreno ai francesi, spingerà lo sguardo fino ai monti che circondauo la baia di Topla (tepida), dalla mito