3°8 VERSO LA CONFLAGRAZIONE GENERALE debolezza del presidente del Consiglio Kokovtzoff, succeduto a Stolypin, riprendevano forza nel governo: nelle elezioni della quarta Duma avvenute nell’autunno del 1912 il Procuratore generale del Santo Sinodo Sabler, d’accordo col ministero dell’interno, condusse una vigorosa campagna in sostegno dei candidati più retrivi. I risultati però di queste pressioni governative ed ecclesiastiche furono assai scarsi per modo che nella nuova Duma non si riuscì a costituire una maggioranza di pura destra; il paese aveva dimostrato il suo favore verso gli elementi temperati di sinistra: Pietroburgo e Mosca avevano eletto tutti rappresentanti appartenenti al partito costituzionale democratico (kadetto), e allora una parte dei costituzionali conservatori (ottobristi) prese un’attitudine più liberale. Il capo del partito ottobrista Rodzianko fu eletto presidente della Duma con l’appoggio dei progressisti e dei kadetti, ed egli assumendo l’alta carica dichiarò che il compito della rappresentanza nazionale doveva essere: « consolidare i principii del governo costituzionale, rafforzare il sentimento della legalità in tutte le classi della popolazione e bandire dalla vita quotidiana degli abitanti le manifestazioni di arbitrii intollerabili ». Effettivamente, nonostante i principii proclamati nel 1905, la burocrazia era sempre onnipotente e continuava nei suoi abusi contro tutte le libertà, donde una serie continua di arresti e di esilii arbitrari. Per quanto però riguardava la difesa del paese il governo e la Duma si dimostrarono concordi: la Duma approvò tutti i crediti straordinari domandati dal ministero per i bilanci militari, ed il governo attese ad aumentare il contingente annuale delle truppe ed a migliorarne l’armamento; anzi, siccome l’immensa estensione dell’impero e la relativa scarsità delle ferrovie rendevano necessariamente molto lenta la mobilitazione, esso modificò anche la ripartizione dell’esercito e decise di costruire nuove ferrovie sulle frontiere della Polonia e della Galizia. Lo czar Nicolò II continuava ad essere animato da propositi pacifici, ma mancava completamente di forza di volontà; cosicché chi gli parlava con calore di convinzione riusciva facilmente a trascinarlo nel proprio ordine di idee. Ora attorno a lui vi erano molti elementi bellicosi. Suo zio, il granduca Nicola, che teneva alte cariche militari e fu poi il comandante supremo dell’eser-