Il mercato di Budapest
cornetto di questi tira dietro un bicchiere di birra quindi il loro abuso non è consigliabile.
  Osservo le rivendite di ortaggi. Parecchi generi di verdure e di frutta vengono proprio dall’Italia sebbene, bisogna dirlo, manchi ancora qualche nostra specialità : la cicorietta per esempio, i carciofi romaneschi, le zucchine, i fagiolini ; ci son tuttavia cavoli, broccoli, spinaci, bieta, insalatine, barbabietola, ravanelli, così freschi, da parer colti in quel momento.
  E ancora arance, mandarini, limoni, pere, mele bianche e rosse, uva di tutte le qualità, da quella tenera, leggermente appassita,all’altra beila, tresca, dai chicchi grossi e duri, spagnola o americana.
  Mentre guardo, una voce garbata mi scuote : « Tessék, parancsoijon... » (prego, comandi !) Guardo : è un donnone che, affacciando il viso rubicondo dietro un’alzata di broccoli, m'invita con un largo sorriso. Indugio un poco mentre ella mi enumera le sue specialità : ha una maniera così gentile che non posso lasciarla con una delusione ; le chiedo allora delle arance ed ella si affretta a servirmi con premura, quasi con galanteria. Prendo il mio involto e proseguo, mentre il donnone si sprofonda in ringraziamenti e nuovamente siede al suo posto,dietro l’alzata di broccoli da cui spunta, vigile sentinella, il grosso pompon