66 UNGHERIA parano ai cimenti delle gare. Qualche mamma sorveglia da lontano i suoi bimbi, presso la carrozzina del più piccolo che, sollevato sul guanciale, gioisce anch’ esso a quella vista, plaudendo con le manine paffutelle. Tra non molto, senza dubbio, scivolerà sul ghiaccio anche lui : i piedini già fremono, ribelli alla copertina. * * * Andiamo a Svab- e a Jdnos Begy, (Monte Svevo e Monte Giovanni), le colline prossime a Buda. Siamo sulla funicolare e ascendiamo lentamente ; sempre più densa è la bruma, più spessa la neve. La città scompare. Nelle brevi fermate salgono e scendono i fattorini infreddoliti, nonostante la pelliccia, gli stivali e i berretti d'astrakan. A Sveli) Hegy scendiamo : c’inoltriamo tra la nebbia. Queste colline ricchissime di prati e di boschi sono, in estate, un ameno soggiorno per molti budapestini, i quali vi han costruito ville e campi sportivi, per trascorrervi la villeggiatura. Hanno così il vantaggio di goder la frescura della collina e di essere vicinissimi alla città, dove possono scendere con la funicolare, in un