« 113 mila pedoni cogli arnesi e colle vettovaglie relative per un anno. Sarebbero i navigli cento tra galee ed uscieri, il resto tárete ed altri legni ; quando il re facesse in persona il passaggio, la Repubblica manderebbe quattromila uomini e più potendo a spese del veneto dominio per mesi sei. Circa al luogo ove si dovesse prender porto e sbarcare, non pareva a proposito consigliare nè terminar cosa alcuna, affinchè non potesse pervenirne alcuna notizia ai nemici, anzi esser conveniente riservar ciò per l’ultima cosa da definirsi ». Piacque al re e ai consiglieri suoi il prudente discorso degli oratori veneziani, che richiesti misero altresi in iscritto 1’ esposta opinione e presentáronla al regio Consiglio (1). Scrisse l’anno seguente di nuovo il re di Francia al Dandolo il 3 novembre da Poisì e l’il da Parigi (2), in conseguenza di che, la Repubblica mandò al papa nuovi ambasciatori, Gio. Gradenigo e Andrea Basegio, i quali giunti in Avignone e trovati colà anche D. Ugo Gueret e maestro Guido Baudet decano parisiense pel re di Francia e gli agenti del maestro dell’Ospi-tale fu convenuto nel marzo 1334 1’ armamento di quaranta galee per mesi cinque, cioè dieci dagli Spedalieri, sei dalla Repubblica veneta, sei almeno dal re di Cipro, dieci dall’ imperator_ di Costantinopoli, che dovea avere il massimo interesse a concorrervi, e ciò secondo le convenzioni altre volte fatte cogli Ospitalieri e coi Veneziani ; le rimanenti otto sarebbero date dal papa e dal re di Francia, le quali tutte aveano ad. esser pronte nell’ isola di Negroponte pel mese di maggio. Ma per l’anno prossimo volevasi fossero messi all’ ordine ottocento uomini d’ armi coi loro cavalli, ed almeno trenta galee e trentadue altri legni, obbligandosi il papa ed il re a fornire quattrocento uomini di (1) Carolilo Cronaca. (2) Comm. Ili, 106. VoL. III. 15