28 messer Marco Dandolo di s. Moisè, avogador di Comun, che ave alo condannato ad un’ ammenda per aver lasciata impunita, mentr’ era bailo a Negroponte, una violenza fatta da suo figlio Nicolò ad un ebreo : messer Bajamonte o Boemon-do Tiepolo figlio di Jacopo, nipote del doge Lorenzo, e genero a Marco Querini, era stato altresì condannato il 15 luglio 1300 a restituire certa somma presa a Modone e Corone oltre al suo stipendio (1), e solo per grazia avea ottenuto di pagarla in tre anni proponendosi mallevadori Mi-chiel Tiepolo, Francesco Longo, Jacopo Quirini dalla Ca’ grande, Pietro Gusoni, Paolo da Mosto e Pietro Ziani (2). E benché nel 1302 fosse fatto della Quarantia (3), non lasciava di serbarne rancore nell’ animo, e ritiratosi alla sua villa di Marocco in su quel di Mestre, colà si viveva mostrando non più curarsi delle pubbliche faccende. Tale era la condizione degli animi al principiare del 1310, e ben vedovasi che all’irritamento popolare, allo sdegno d’ una parte dei nobili non mancava per prorompere se non un capo. E si trovò in Marco Quirini, più che altri irritato per la taccia datagli di viltà o di tradimento nell’abbandono del Castel Tedaldo (4). Il quale, adunati i suoi più fidi a particolare adunanza, fece loro un vivo quadro delle presenti condizioni conchiudendo, qualunque riforma essere inutile quando non fosse tolto di mezzo prima di tutto il doge Gra-denigo, autore e sostenitore principale di tutte le operate novità nel Maggior Consiglio, della ramosa guerra di Ferrara, dei disordini tutti che minacciavano mettere al fondo una (1) Quos.... accepit ultra suum solarium prò suis negotiis. Libro Gratiae, carte 19 t. Ivi pur si legge che Bajamonte era figlio di Jacopo e non di Lorenzo. (2) 17 maggio 1300. Libro Gratiae 1299-1305, p. 31. (3) Libro Proposte del M. C. citato dal Barbaro Geneal. (4) Barbaro Genealogìe II, 81.