277 Maggiore, segnali, esploratori, tocco di campane, barchetti agilissimi doveano dar annunzio di ogni movimento del nemico. Decretate nuove gravezze, sospesi tutti gli stipendi de’ magistrati, volgevasi tutta l’operosità al costruir nuove galere, ad esercitare il popolo nelle armi. In queste angustie toccavasi al 13 di settembre: Treviso era assediata, a Malamocco aveano i Genovesi eretta una ba-, stia e piantatevi bombarde che arrivavano fino a santo Spirito : aveano fatto uno sbarco a s. Erasmo e incendiatolo : la torre delle Bebbe, Capodargine e Loreo si erano arrese : le vettovaglie cominciavano a mancare. Allora suonata la campana dell’ avvengo convocavasi il popolo in chiesa di san Marco, e affacciatosi al pogginolo Pietro Mocenigo disse in nome del doge : grave essere il pericolo, volesse ciascuno pensare a difendere le mogli, i figli, la roba : chi mancasse di vettovaglie, andasse alle case de’ nobili che ne fossero provveduti e troverebbero in essi amici, fratelli, che dividerebbero con loro fino all’ultimo tozzo di pane : potesse ognuno liberamente parlare della guerra e consigliare il bene del Comune. Al che il popolo ad una voce rispondeva : « difenderci ; cavare quante sono galee nell’ arsenale ; armarle, uscire; andar incontro al nemico e batterlo : meglio che non aver a cedere per lo stremo delle vettovaglie (1). » Era da farsi l’elezione d’un capitano generale. Veniva nominato Taddeo Giustinian, ma il popolo se ne mostrava scontento e correndo colla memoria a Vettor Pisani ancora in carcere, tolto al bisogno che di lui avea la patria, gridava voler Pisani a capitano, soltanto sotto di lui voler combattere. Il senato, deviando questa volta dalle sue massime e saviamente pensando dover a tutto andar sopra la salute della patria, acconsentì a liberare il Pisani, il quale (1) Marco Barbaro Cod. CCCXLVI. cl. VII it. Voi,. III. 86