279 Partì il Pisani dal palazzo accompagnato dal popolo festante, ma quando si seppe aver egli a dividere il comando col Giustinian ed essere destinato alla difesa del Lido, ne derivò nuova scontentezza. I Torcellani specialmente si mostravano i più caldi (1). « Signor nostro (dicevano quelli di Torcello, Mazzorbo e Burano andati incontro al Pisani in numero di oltre seicento con una grande bandiera) signor nostro comanda quelo che ve piase che nui volemo essere con vui in galla colle persone nostre. Et mes. Yettor Pisani respondendo disse : compagni et fradeli miei andò tosto dalla Signoria che loro ve darà buon ordine e che sarà bon. E i diti col penon (bandiera) alzado andò dalla Signoria di-gando : signori per Dio ve piasa darne tosto tre galle le quali nui volemo armar de nostre persone et sustanzie et esser sotto mes. Yettor Pisani in tutte parti dove el vada. Et la signoria rispose : compagni el no ha bisogno de galle, ma andò al arsenal e tolite palischelmi et ganzaruoli quanti volete e presto andè a presentarvi a missier Tadio Zusti-nian capitanio de mar e fare quello che lui comanda ; che mis. Yettor xe capitanio a Lio che el bisogna più là. Como questi tre comuni aldi (udì) dir cussi la signoria, se partì molto mal contenti dal palazzo digando tutti che i se las-sarave prima taiar a pezzi che esser soto Tadio Zustinian, nè volerlo ubbidir. E tornando zoso de palazzo i menava e batteva in terra el gonfalon, digando assae brutte parole che ze honesto el taser (2) ». Fu alla fine adempiuto interamente il desiderio del po-popolo. Yettor Pisani ebbe il comando generale ed allora l’entusiasmo non trovava più limite : tutti correvano ad iscriversi nei ruoli della milizia ; tutti offerivano alla patria, (1) Cronaca citata dal Filiasi VI, 2‘29. (2) Ho creduto opportuno di dare questo discorso nella ingenua semplicità del nativo dialetto.