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bile a Capodistria (1) ; col Maladino fu stimato prudente l’infingersi, e cercare di conservarselo amico ascrivendolo alla nobiltà veneziana, come avvenne con deliberazione 11 die. 1313 (2). Alcuni anni dopo (1322) tornarono all’ obbedienza della Repubblica anche Traù (3), Sebenico (4), Spalato (5), Nona venute in addietro in potere di una possente famiglia croata dei conti Bebriensi, scacciati i quali, quelle città si ressero qualche tempo da sè, finche, molestate di continuo dai loro nemici, stimarono miglior partito il mettersi di nuovo sotto la protezione dei Veneziani. Questi mandarono a ciascuno di que’ luoghi un magistrato particolare col titolo di Provveditore e così la Dalmazia fu ricuperata : paese di mutabile sorte, il quale per la sua giacitura e pel sentimento di libertà ne’ suoi abitanti fu per molti secoli un dominio assai incerto alla Repubblica veneziana.
    Intanto papa Clemente V, soddisfatto della sua domanda dei centomila fiorini (6), avea levato la scomunica pronunziata contro Venezia per le faccende di Ferrara (7). Ne pervenre la notizia il 26 marzo 1313 e tosto furono nominati nuovi ambasciatori al pontefice: Giovanni Zeno, Dei-fin Delfino e Pietro Quirini (1.° aprile). La nuova bolla restituiva i Veneziani nel possesso di tutt’ i diritti e privilegi e libertà, immunità, feudi e quanto tenevano in Ferrara e nel suo territorio, confermava gli antichi trattati tra i
     (1)	Qtiod iste Lelius qui revelavit Capitaneis etprovisoribus nostris prodìtionem Dalmasii, sit Comestabilis in Justinopolim. 18 sept. 1313.
     (21 Presbiter 250 t.°
    (3)	17 apr. 1322. Pacta IV, p. 161,
     (4)	ib. 144.
    (5)	1327. Pacta IV.
    (6)	Il dogo annunziò al Comune di Treviso l’accordo fatto col papa il 14 febb. 1313. Verci, VII, p. 73.
    (7)	La bolla d’ assoluzione leggesi in Lunig IV, in data 7 Kal. febr. 1311; dev’essere 1313, anno VIII di Clemente V. Vedi anche Pacta Ferra ria e p. 42 e 47 a 50 all’Arch,