32 Rialto nella piazza di s. Marco, penetrandovi da due parti ; gli uni sotto il comando di Marco Querini e de’ suoi figli Nicolò e Benedetto per l’attuale ponte del Lovo (lupo), la calle dei Fabbri, il ponte dei Dai, poi detto del malpasso ; gli altri guidati da Bajamonte per la Merceria. Così disposte le cose, e mandato Badoero Badoer (1) a Padova e nei dintorni a far raccolta di genti, attendevano i cospiratori il giorno stabilito. Ed ecco nella notte del 14 giugno imperversare terribile bufera, con tuoni, lampi e dirottissima pioggia ; ma essi non perciò ritirandosi da quanto aveano divisato, (che un ritardo potea sconcertare tutto il loro disegno e svelarlo al governo), entravano, favoriti anzi dall’ oscurità, alla sfilata in casa Quirini e in sull’alba uscivano furibondi fra le grida di libertà e morte al doge Gradenigo. Ma le loro voci erano superate dal ruggire del tuono, dal fischiare del vento, dalla pioggia che cadeva a dirotto : il Badoer, che raccolte avea le sue genti nella villa di Peraga, impedito dal-1’ uragano, tardava, ed il doge, che già avea avuto sentore di qualche gran cosa che si macchinasse, n’ebbe certezza da un Marco Donato della contrada della Maddalena, che, entrato dapprima nella congiura, se n’era poi ritratto. Il doge, siccome di forte natura ch'egli era, non ismarrissi punto alle prime notizie ; accrebbe prontamente il numero delle sue guardie, spedì pressantissimi ordini ai podestà di Chioggia, di Torcello e di Murano acciocché prontamente accorressero colle loro genti armate, raccolse intorno a sé i consiglieri, i signori di notte, i capi della Quarantia, gli Avoga-dori e quanto più potè del suo partito ; fece che ognuno armasse tacitamente i propri servi, ordinò agli uomini del- 1 arsenale stessero pronti, e quando ebbe avviso dei movimenti dei congiurati, armatosi scese nella piazza, ove fu (1) Alcuni cronisti lo dicono Podestà di Padova, non però il Caresini, il Monacis.il Sanudo, nè le liste dei podestà dell’Orsato e del Salomonio.