345 trasmissione (1), e ad operare poco a poco anche la restituzione del capitale pagandone mezzo ed anche uno per cento secondo la possibilità, al che impegnavasi il governo specialmente con decreto 7 novembre 1350 (2). IV. Per quanto in questo secolo si andasse sempre più costituendo l’aristocrazia, i principii democratici erano però tanto antichi e tradizionali che non si sciolsero giammai alcuni di quei legami che le varie classi nobile, cittadinesca e plebea avvicinavano. Oltre allo stretto contatto a cui venivano pel commercio, oltre alle clientele e al così detto comparesimo di s. Giovanni, v’ erano uffioii rivestiti da cittadini, come quelli notabilissimi di Cancellier grande, dei cancellieri del doge, di notai (alcuni dei quali anche con titolo di papali e imperiali con licenza della Repubblica), di consultore in jure, di secretarli ; e il doge dei Nicolotti, capo de’ pescatori delle contrade dell’ Angelo Raffaele e di s. Nicolò de’ Mendicoli, eletto dai suoi confratelli, confermato dal doge colle parole : « fosse buon padre di quella famiglia, et ossequioso alla pubblica maestà, il che facendo egli medesimo gli sarebbe sempre protettore e lo assisterebbe nelle occasioni», godeva del diritto di portare uno stendardo conferitogli coll’ effigie del santo, di seguire immediatamente il doge nel suo schifo attaccato al Bucen-toro nello sposalizio del mare e di abbracciarlo alla sua prima presentazione. Vestiva nelle pubbliche funzioni un’ ampia veste di raso o di tabi chermisino o di panno scarlatto con pelli di dossi o di vai secondo le stagioni, calze chermisine, scarpe di marocchino del medesimo colore, portava pioti) Non derogando in aliquo per hoc fvanchitatl imprestitor, qiiae remaneant francha sicut modo sunt. (21 Non posset per aliquem modo aliquo vel ingenio tradavi vel poni de diminuendo vel suspendendo vel revocando de capitali vel prode imprestitor ... E poi nel 1357, avendo alcuno proposto di fare un mutuo de’ depositi, vien severamente vietato.