222 esagerate richieste, decisero nella loro disperazione di mandare ad offrire l’isola a Genova, per averne soccorso e protezione, invano opponenti Francesco Mudazzo e Marco Gra-denigo, che consigliavano implorare piustosto la misericordia della Repubblica, offerendosi anzi il Gradenigo di recarsi a quest’ oggetto in persona a Venezia. Ma levandosi con impeto Leonardo Gradenigo, chiamato dopo la sua apostasia il Calogero, gli gridò : Come, traditore ; vorresti tu V ester-minìo nostro ì ed appostati alcuni scherani in luogo per cui dovea passare, il fece finire. Altri uomini sospetti furono carcerati, tutto era anarchia e terrore. In mezzo a questo preparavasi tacitamente la controrivoluzione ed otto tra i principali feudatarii si erano messi d’ accordo per favorire la causa veneziana. Erano : Francesco Mudazzo, a principio tanto infervorato della ribellione, che per essa nemico al fratello Jacopo, avealo punito dei suoi rimproveri col farne uccidere il figliuolo ; Andrea Corner della casa maggiore, Giorgio Molino, Michele Falier, Francesco Caravello, Bampanno Quirini, Giovanni Abramo, Donato Dandolo, e tenevano esattamente informata la Repubblica di quanto accadeva. Era il 10 aprile 1364 quando le forze terrèstri e marittime di Venezia, seco portando Pietro Morosini, nominato governatore generale (1), si staccavano da s. Nicolò del Lido per dirigersi a Candia. Approdarono U sei o sette di maggio al porto di Fraschia, a settemila passi dalla capitale. S’alza tra questa e Fraschia un monte aspro e scosceso, pel quale solo un stretto sentiero metteva, da cui un fiumicello precipitando correva a settentrione verso il mare. Di colà avea a passare l’esercito terrestre, ma mentre Luchino dal Verme occupa vasi dei necessarii ap- (.1) Secret. 9 ap. 1364.