297 Venezia tegoli e mattoni senza alcun dazio ; le due parti si restituirebbero vicendevolmente i beni tolti o sequestrati ; sarebbero rispettati e fatti valere i crediti privati dei sudditi delle due parti ; la Repubblica restituirebbe Cat-taro, ma sarebbero riconosciuti i diritti di lei sopra Treviso, il Trivigiano ed il Cenedese ; sarebbe resa imparziale giustizia ai rispettivi sudditi. Quanto ai Genovesi convenivasi oltre ai soliti articoli del condono delle offese, della liberazione dei prigionieri ecc. : che i Veneziani consegnerebbero Tenedo al duca Amadeo di Savoja, il quale potrebbe disporne a piacimento e demolirne le fortificazioni, in guarentigia di che, sarebbe dalle parti depositata la somma di cento cinquanta mila fiorini in danaro od in merci in una delle città di Bologna, Firenze, Pisa od Ancona od in due di esse ; non avendo il re Pietro di Cipro mandato suo rappresentante a Torino, i Veneziani non s’ingerirebbero nella guerra di lui con Genova, ma continuerebbero tranquillamente il loro commercio in quell’ isola in comune eoi Genovesi 4 avrebbero i Veneziani libero il commercio, come il solito, a Costantinopoli senz’ alcuna molestia per parte dei Genovesi ; si adopre-rebbero le due parti a reconciliare Calojanni col figlio Andronico, e se persistesse a non voler aderire alla Chiesa cattolica, tanto i Genovesi quanto i Veheziani darebbero appoggio al duca di Savoja, se ne li richiedesse, per ridur-velo con la forza (1) ; potrebbero i Genovesi navigare nel Golfo giusta i patti del 1855; Veneti e Genovesi si asterrebbero per due anni dal commercio della Tana (2). (1) Quod ipsor. virtb. et potentia mediante ad fideni catholicam, Deo propitio convertatur. (2) Qui tempore durante fuit aduni inter dictas partes aliquos Ja-nuenses ad didum locum Tane navigare non debere neque posse, sicut nec didi Veneti facere possimi neque debent.