334 valieri furono riscattati pei comuni sforzi dei re d’ Ungheria e di Francia e per altre offerte fatte da particolari. L’imperatore di Costantinopoli per la perdita della battaglia di Nicopoli e per l'inutile viaggio fatto alle corti di Europa onde ottenere soccorsi, vedendo svanita ogni speranza di efficace resistenza contro ai Turchi, si piegò ai voleri di Bajezid, consentì all’ edificazione dì una moschea nella propria capitale, accettò un cadì e promise il pagamento d’ un annuo tributo di diecimila ducati. Mandava premurosamente il Senato al capitalo del golfo dicendo, attendesse bene alla sicurezza delle galee di Romania e alla salvezza, per quanto potesse, di Costantinopoli, ad ogni modo però a quella dei mercanti veneziani e delle loro robe, regolandosi saviamente a norma delle congiunture (1). Era allora Venezia la sola potenza italiana che potesse efficacemente volgere il pensiero alle cose del Levante, rattenuta Genova per le continue interne revolu-zioni, che cambiarono in essa ben dieci volte il doge dal 1390 al 1394 (2) e la ridussero infine nella dipendenza di Francia, il cui re Carlo VI mandò a governarla un suo vicario, promettendo però rispettarne le leggi, i trattati, la libertà. La bandiera veneziana invece, sempre indipendente, veleggiava ne’ più lontani mari. Enrico IV, d’Inghilterra, appena assunto al trono scriveva alla Repubblica il 3 ottobre 1399 dandone l’annunzio e offerendo sicurezza, favori (1) Et simìliter debeat foto posse, vigilare ad conservationein civi-tatis Cosplitane pdictae confortando dnm imperatorem et suos quan-tum poterit curri illis verbis q. sibi videbuntur ad sustinendum se et statuiti suum qr. infalibiliter providebitur p. principes xpianis. 29 ott. 1396. Misti Cenato, p. 150 all’ arch. (2) 1390 Giacomo Fregoso, 1391 Antonio Adorno, 1392 Antonio di Montalto, 1393 Pietro Fregoso, Clemente Promontorio, Francesco Giustiniani, 1394 Antonio di Montalto, Nicolò Zoalio, Antonio Guarco, Antoniotto Adorno. Sismondi, Stor. delle Rep. ital. Cap. LV.