329 nerne la liberazione, e dai nuovi scompigli destati dall’ ambizione di Galeazzo, creato dall’ imperatore Venceslao nel 1395 duca di Milano. Superbo di tanta fortuna, Galeazzo assalì di nuovo i Fiorentini, entrò improvvisamente nel territorio di Francesco Gonzaga, signore di Mantova. Allora in soccorso di questo si mossero i Fiorentini coli’ Armagnacco (1), i Bolognesi, il Carrara ed altri e infine anche i Veneziani. Ebbe il comando generale dell’ esercito Carlo Malatesta signore di Bimini, sette galee veneziane erano affidate a Francesco Bembo. Il combattimento avvenne a Governolo, con rotta totale dei Milanesi, ed una lega fu conchiusa il 21 marzo 1398 (2) alia comune difesa per dieci anni, fra Venezia rappresentata dai suoi inviati Giovanni Barbarigo, Pietro Emo, Michele Steno, Carlo Zen, Ramberto Quirini (3), Firenze rappresentata da Filippo Magalotti, Luigi Albergotti dottore in legge e Guido Neri Lippi, e gli altri nemici di Galeazzo, il Gonzaga, il Carrara e Nicolò d’Este. Galeazzo ne fu spaventato e tanto più quando seppe dell’ambasciata spedita a Guglielmo e Leopoldo duchi d’Austria per eccitarli a scendere in Italia (4) ; laonde cominciò a mostrarsi inchinevole ai trattati, e i Veneziani, gelosi sempre di mantenere 1’ equilibrio nella possanza degli Stati che li circondavano, seppero mandare ad effetto una tregua l’il maggio 1398 (5) ; alla quale il 21 marzo 1400 succedette una pace generale maneggiata dagli ambasciatori Pietro Emo e Michele Steno (6) colla reciproca restituzione delle terre e liberazione dei prigionieri, colla scambievole promessa di non dar ricetto a banditi, nè (1) 1397 Com. IX, p. 40. (2) Commetti. IX, p. 51. (3) Sindaccdus t. I, p. 174. (4) Ibid. 3 aprile 1398 amb. Jacopo Suriano, p. 176. (5) Commem. IX, p. 71. (6) Ibid., p. 98.