121 buona parte della Morea e di tante isole del mar Jonio e dell’ Arcipelago ; forte per le alleanze che troverebbe ovunque in Italia ad abbattere quel principe inviso ; altre volte avere Venezia .fiaccato l’orgoglio di Eccelino a Padova: altre volte combattuto e con fortuna, nella terra ferma : le truppe mercenarie, i generali stranieri non destar timore in uno Stato ben costituito e i cui popoli sono al patrio governo affezionati ; ben non doversi mostrare debolezza ; la flotta mantenere i possedimenti d’ oltre mare, arrecar da colà provvisioni e ricchezze ; fidenti nelle proprie forze, in quelle degli alleati, nella giustizia della propria causa, si dichiarasse la guerra. E la guerra fu dichiarata. Il popolo vi concorse con entusiasmo. Furono descritti gli abitanti in Venezia da anni venti fino ai sessanta in numero di quarantamila e cento (1) ; furono divisi in dodici parli e gettate le sorti quali doveano essere i primi, quali i secondi fino ai duodecimi, e gran parte del popolo andò alla guerra senza aspettare la sorte e senza premio. Fu nominato Paolo Loredan alla difesa di un forte eretto verso Padova e gli si mandarono buone truppe sotto i tre capi-sestieri Andrea Morosini Zucca di Dorsoduro, Andrea Polani di s. Polo e Marco Molin di m. Azzo di S.a Croce (2). Appena si sparse la voce di questa guerra, che tutta Italia, ed anche da oltre le Alpi concorsero a Venezia in gran numero uomini pratici delle cose militari e gli esuli cacciati dagli Scaligeri. I Fiorentini specialmente non si lascia- (1) Tota civitas patrio more describitur et per duodenas dividitur. Descripti fuerant 40 milia et eentum a vigesimo usque ad sexagesimum armarti ; proìjciuntur sortes, qui primi, qui secundi deinceps usque ad duodenarium per se vel per alios militent. Priores, super quos sors ce-cidere, mittuntur ecc. Lorenzo de Monaois. (2) Caroldo. Vol. III. 16