Capitolo Quinto. La flotta genovese penetra fin presso al porto del Lido. — Provvedimenti di difesa do’ Veneziani. — Tentativi per ¡staccare ¡1 re d’ Ungheria dalla alleanza ligure padovana. — Impossibilità di componimento. — Generosità d’ un balestriere. — I Genovesi all’espugnazione di Chioggia. — Progressi del nemico. — Lavori e fortificazioni da ambe le parti e primi scontri. — Assalto generale e presa di Chioggia. — Spavento e dolore a Venezia. — Provvedimenti. — Crescente pericolo della città e parlata al popolo. — Liberazione di Vettor Pisani. — Il popolo vuole ch’egli abbia il comando generale. — Concorso universale alla difesa della patria. — Nobiltà promessa a trenta famiglie tra le più zelanti. — Offerte generose. — Leva generale. — Combattimenti. — Lo stesso vecchio doge Andrea Contarmi s’imbarca. — Uscita della flotta. — Sue operazioni. — Arrivo di Carlo Zeno. — Riacquisto di Loreo e Brondolo. — Chioggia bloccata. — Sua resa. — Imprese del genovese Marufl'o. — Morte di Vettor Pisani. — Treviso ceduta a Leopoldo d’Austria. — Congresso di Torino e pace. La flotta genovese intanto, ricevuti i rinforzi che le 1379. conduceva il nuovo ammiraglio Pietro Doria, riprendeva le terre occupate dal Pisani nella precedente campagna nel-l’Istria e nella Dalmazia; poi spintasi avanti fino in faccia al porto di s. Nicolò del Lido, colà, con grande dolore e spavento dei Veneziani, che da tanti secoli non aveano vedute armi nemiche nelle proprie lagune, s’impadronì della nave di Tomaso Mocenigo, che tornava carica di merci da Soria. Era uopo quindi volgere seriamente il pensiero alla difesa della capitale. Furono nominati a ciò Leonardo Dandolo, col titolo di generale sopra il Lido, Leonardo Mocenigo ed Ermolao Venier provveditori. Ebbe il comando delle truppe da terra Giacomo Cavalli con quattromila cavalli, duemila fanti e buon numero di balestrieri. Fu dato mano a fortificare il monastero di s. Nicolò con forte mu-Vol. III. 35