118 1’ Oglio a limite dei rispettivi confini. Infatti lo Scaligero il 14 giugno 1332 prese Brescia ; il Visconte, Bergamo. Che più ? Con quella facilità di cambiare partiti e divisamenti, d’amare e disamare, fu veduta formarsi una lega generale dei Ghibellini e dei Guelfi contro Giovanni, e per la gelosia che tra un principe e 1’ altro, tra una città e l’altra esisteva, fu fatto un trattato in virtù del quale Cremona e Borgo S. Donnino venivano assegnati al Visconti, Parma allo Scaligero, Reggio ai Gonzaghi signori di Mantova, Modena al marchese d’ Este, signore di Ferrara, e Lucca ai Fiorentini. Così Giovanni fu cacciato ; tutt’ i confederati aveano ottenuto l’intento loro fuorché i Fiorentini, ai quali Mastino seppe destramente sottrarre il possesso di Lucca. Laonde nuova guerra si accendeva ; 1’ ambizione di Mastino non conosceva più limiti e non si astenne neppure dall’of-fendere i Veneziani che in mezzo a tanti agitamenti nella vicina terraferma non aveano ancora presa parte. Cominciò Mastino adunque a fare certe novità che loro doveano sommamente spiacere e che li ferivano vivamente nei loro interessi. Impose nuove gravezze sulle loro possessioni nel Trivigiano e Padovano ; mise un dazio in Osti-glia alle loro barche che navigavano in Po, infine fece rialzare la bastita altre volte eretta dai Padovani a Petadebò. I Veneziani pubblicarono allora le rappresaglie contro i Padovani e Trivigiani, e lo Scaligero di rincontro vietava il passo alle loro derrate dalla Terraferma. Ogni pratica di componimento riuscendo vana, anzi aggiungendo Mastino l’insulto con dire, alludendo alle lettere ducali col sigillo di piombo : « A che mandarmi il doge tanto piombo? il tenghi a coprire il campanile di s. Marco (1) », ben prevedevasi che sarebbe stato alfine di necessità ricorrere alle armi. Fu sospeso (1) Barb. Cronaca.