314 signor ambasciatore, tenete ciò secreto. Ho deliberato coi miei baroni e prelati di essere due settimane dopo la festa di Pentecoste in campo contro Giovanni bano e i nostri ribelli, e distruggerli secondo nostro potere e andare al luogo ove sono la madre e la consorte. Ma siccome dubitiamo che i ribelli possano trasportarle per mare in altra parte, vi preghiamo di tutto cuore, che facciate pel vostro notaio supplicare il vostro Governo, affinchè volesse mandare galee a custodire il mare onde non si trasportino, ciò essendo di somma necessità al presente, poiché se aspettiamo fino alla conclusione della lega, troppo tempo si perderebbe. L’ambasciatore assicurò che tale istruzione avrebbe data al notaio. » Infine il signor Stefano voivoda e il vescovo d’Agria dissero all’ ambasciatore che il cavaliere che dal re manda-vasi oratore al ducale dominio aveva tre istruzioni, cioè: di annunciare l’incoronazione del re, di far rinnovare il giuramento della pace e trattare dei settemila fiorini (1) ; che quanto alla lega e alle galere ne lasciavano il maneggio al signor ambasciatore per mezzo del suo notaio ». La Repubblica incaricò infatti Giovanni Barbarigo di andare ad incrociare nelle acque della Dalmazia per impedire il disegnato trasporto della principessa e liberarla se fosse possibile dalle mani de’ suoi nemici. Riuscì il Barbarigo compiutamente nella sua intrapresa, e Maria, per opera sua liberata, fu condotta il 4 giugno 1387 dallo stesso Barbarigo al re Sigismondo ad Albareale, ove furono celebrate le nozze. Altri ambasciatori, cioè Leonardo Dandolo, Paolo Morosini, Jacopo Dolfin, Pietro Bra-gadin, Marin Malipiero, Remigio Soranzo, furono mandati a congratularsi dell’ innalzamento di Sigismondo, il quale (1) Il pagamento erane stato convenuto nel trattato di Torino.