'240 blica di Venezia tutte le ragioni ed azioni reali e personali e misto che detti duchi aver potessero nella città, nelle castella, nelle terre, nei luoghi e nelle giurisdizioni pertinenti a Trieste, promettendo di non più immischiarsene, ma conservandosi al signor di Duino gli usufrutti sulle terre che vi possedeva (1). In cambio di che la Repubblica dava ai duchi 75000 ducati, da pagarsi la metà a s. Caterina, un quarto a Natale ed il resto a santa Maria di febbraio, in compenso di tutto quanto quei principi potessero pretendere in Trieste e nel castello di Mocco. Il trattato fu ratificato a Vienna e pubblicato nel novembre. Terminata appena la guerra di Trieste, nuove vertenze insorgevano col Carrara. Avea Francesco erette due fortezze, a Castellaro ed Oriago, e stabilito in quest’ultimo un mercato settimanale franco di gabèlle, avea fatto tagliate, argini, fossi vicini al Brenta (2), dava sospetto di qualche disegno di costruire una salina ad onta del patto del 1358, onde i Veneziani di questi lor diritti vigilantissimi, aveano mandato ambasciatori, chiesti schiarimenti, manifestato il loro scontentamento (3). Sosteneva il Carrara essere suo il terreno ; de’ lavori sul Brenta essere causa i Veneziani stessi che con lo scavo d’un canale aveano danneggiato grandemente Oriago esposto ogni qual tratto alle piene, non covar egli disegni ostili, anzi la pace volere colla Repubblica (4). Tuttavia per prepararsi ad ogni evento, mandò come al solito per soccorsi al re Lodovico d’Ungheria che gli diede buone parole, ma in pari tempo il Cardinal legato di Bologna, 1’ arcivescovo di Ravenna, il marchese d’Este e (1) Caroldo. (2) 1371 dio. 30 consulti circa agli argini fatti dal Carrara, Yerci t. XIV. (3) Protesta di Zaccaria Contarmi e Marco Priuli al Carrara per usurpazioni nei territorii di Chioggia, Treviso e Vaimarino 7 settembre 1369. Commem. VII, p. 118. (4) Cittadella, St. del domìnio dei Carraresi I, 297 e av.