256 ste di quello, di non averci avuto alcuna parie, si reconciliò, ma ambedue si accordarono di cavare gli occhi ai loro figli colpevoli. Andronico fu accecato, Saugì, per altre ragioni sospetto al padre, fu fatto morire. Sfavasi l’infelice Andronico rinchiuso nella torre di Anema, quando i Genovesi, pensando potersene ottimamente giovare ai loro disegni, gli procurarono la fuga insieme col figlio Giovanni e gli offrirono di riporlo in trono se acconsentisse a ceder loro l’isola di Tenedo (1). Segnato il trattato, i Genovesi assalirono insieme coi partigiani del principe il palazzo, ne trassero Giovanni con due altri figli, e fatto riconoscere imperatore Andronico, con rapida vicenda si vide lo stesso Giovanni rinchiuso nella medesima torre in cui avea posto in addietro il figliuolo. Ma non poterono i Genovesi ottenere l’isola di Tenedo, poiché il governatore rifiutandosi di riconoscere il nuovo imperatore, volle darla piuttosto ai Veneziani. Trovavasi allora in quei mari Marco Giustinian che avea accompagnato le galee di mercato nel mar Nero, ove aveano a temer dei Genovesi, divenuti più che mai insolenti, ed avvicinatosi all’ isola, gli abitanti gli vennero incontro colle croci (2) e accettarono il dominio della Repubblica. Allora Andronico ad istanza dei Genovesi fece arrestare il bailo Pietro Grimani e i mercanti veneziani, mentre il Giustinian tornato a Venezia rendeva conto al Senato di quant’ era avvenuto. Alcuni approvavano quel-1’ acquisto, altri no, vedendo in esso una inevitabile cagione di guerra con Genova, per lo che fu deciso mandar tosto (1) Per eum quidem insula Tenedos gratis data est Januensib. dataque pariter Venetis per alterum imperatorem adversantem Andronico ; unde Veneti earn insulam cupientes se munierunt ibi et fortes fecerunt (1376). Stella, Ann. Gen. in Murat. XVII, col. 1106. (2) Per ea tp~~a classis veneta cujus prefectus evat Marcus Justi-nianus ad insulam Tenedum substitit. . . Íncolas ad insulam sibi tradmdam induxit. Folieta 147 t.°