46 monte Tiepolo si fosse tenuto tranquillo dopo la sua partenza da Treviso, e, ritirato alla vita privata, chiudesse poi oscuramente i suoi giorni ? Era egli probabile che avesse lasciato così ad un tratto di macchinare, troncato ogni relazione co’ suoi complici e compagni di esilio, rinunziato ad ogni speranza di miglior riuscita, o al divisamento almeno di essere una molestia continua al governo che 1’ avea cacciato? Le nuove cospirazioni, i nuovi sospetti, le nuove condanne, di che contengono alcuni cenni le storie di Venezia durante tutto il tempo della sua vita, ben ci dimostrano che 1’ agitazione partiva sempre dallo stesso punto, si manteneva per gli stessi mezzi e che Bajamonte Tiepolo, benché lontano, non cessava di sommuovere la sua patria. I documenti, da me per la prima volta ricavati dall’Archivio, mi diedero modo a compire la storia di codesto uomo per molti rispetti importantissimo. Bajamonte infatti, stabilita sua dimora in Dalmazia, venne in tanta riputazione a Zara, che questa città lo elesse suo arbitro in una vertenza col bano Madino di Croazia. Molto se ne sdegnò il veneziano governo e ne scrisse a quel Comune assai risentitamente, rappresentando la cosa come contraria ai patti di buona amicizia ed alleanza (11 nov. 1321) (1), e dichiarando nulla la sentenza dal traditore Tiepolo pronunziata. Sembra però che Zara non si curasse gran fatto della protesta, mentre troviamo un anno dopo (17 nov. 1322) una nuova lagnanza di Venezia per altra sentenza di Bajamonte in certa vertenza con un Radoslavo (2). Le quali cose tanto più inquietavano la Repubblica, quanto che face-vanle testimonianza della influenza e del credito di che godeva ancora quell’ uomo, e andavano unite a turbolenze e (1) Libro Misti II, Cons. X. (2) Ivi p. 130.