225 gli furono assegnati mille ducati l’anno (1); si scrissero lettere annunziatrici il lieto evento a varii principi (2) : splendidissime furono le feste e tali che meritarono di venir descritte dalla penna del Petrarca, il quale allora appunto trovavasi a Venezia (8). Dopo avere altamente lodata la città, vantatane la giustizia, ammirato come in essa non sono discordie e guerre di partiti a differenza delle altre d’Italia, laonde la chiama unico nido in presente di libertà, unico rifugio de’ buoni, ricca, potente, dipinge a vivi colori l’ingresso magnifico della galea veduta dalla finestra della sua abitazione sidl’ attuai riva degli Schiavoni (4) ; 1’ affollamento del popolo sulla spiaggia, le acclamazioni allo scorgere i segni di vittoria, la solenne messa celebrata in s. Marco, la processione. Passando quindi agli spettacoli, narra delle giostre e dei tornei che furono dati in quella piazza, di cui non ha forse il mondo l’eguale, e celebra il valore dei Veneziani anche in tal genere di spettacoli, tanto dalle loro abitudini disformi. « Niun sesso, nessuna età, egli scrive, nessuna condizione mancava. Il doge con numerosissimo seguito occupava la fronte del tempio sopra il vestibolo ed ivi dalla marmorea loggia vedeva tutto agitarsi sotto a’ suoi piedi. Era il sito propriamente ove stanno i quattro cavalli di bronzo dorato, opera di antico lavoro e di egregio artefice, qual eh’ egli sia, che là dall’ alto involano quasi il pregio ai vivi e paiono muover le zampe e scalpitare. Acciocché poi 1’ estivo sole nel piegar a sera non offendesse col suo splendore la vista, erasi provveduto con tende di (1) Libro Novella, 16 giugno 1364, p. 282. (2) Commem. VII, ove le risposte dell’imperator Carlo, del papa, del re d’ Ungheria, dell’ imperator di Costantinopoli. (3) Lettera a Pietro Bolognese. (4) Abitava nel palazzo così detto delle due Torri, che poi gli fu dalla Repubblica donato.