23 La Repubblica vedendo ornai inutile ogni altro tentativo, scontento e per poco non tumultuante il popolo per gl’ interrotti commerci, pei danni patiti nelle persone e nelle robe, per l’interdetto religioso, decise si mandassero nuovi ambasciatori a Clemente Y in Avignone, Carlo Quirini e Francesco Dandolo Cane (1), colla commissione di adoprarsi con tutto l’impegnò alla riconciliazione. Ottenuta dopo molte difficoltà 1’ udienza dal Pontefice, il Dandolo special-mente seppe con tanta destrezza condurre le pratiche, che il 15 giugno 1311 pubblicavasi intanto a Rialto e a s. Marco un armistizio, in virtù del quale era data licenza ad ogni Veneziano di recarsi nuovamente a Ferrara ed esercitarvi con tutta sicurezza i suoi traffichi (2). La Repubblica erasi impegnata a pagare al pontefice una somma in fiórini d’oro di Firenze, per la quale il Maggior Consiglio decretava (3) un prestito del tre per cento e fu poi spedita in Avignone metà in quell’ anno, metà nel susseguente. Se non che rifiutandosi i banchieri fiorentini che si trovavano a Venezia di eseguire il cambio e trasmettere ad Avignone la valuta chiesta dal Pontefice, fu uopo un decreto del Maggior Consiglio in data 21 settembre 1312 a costringerveli, sotto minaccia di sfratto entro otto giorni da Venezia, senza poter più tornarvi se non con ispeciale licenza (4). « Essendo (1) Da questo soprannome presero varii storici motivo a favoleggiare, che il Dandolo si fosse umiliato fino a presentarsi al papa con una catena al collo come un cane, onde poi gli venisse quel soprannome. A smentire codesta baja, basti il documento ove lo stesso soprannome è dato a suo padre Giovanni nel trattato fra il doge Lorenzo Tiepolo e Mantova nel 1274. Cod. XXXVII, cl. XIV lat. Marciana. In Venezia i soprannomi erano assai frequenti. Cosi Michiel dalle Colonne, Tomà Badoer basso ecc. (2) Caroldo. (3) Presbiter. (4) Presbiter, p. 194 t,° Alfine uno de’ principali capitalisti, Donato dei Peruzzi, si obbligò al cambio di fior, ventimila e fu data ai Fiorentini licenza di rimanere, 28 ottob, ib. p. 200.