266 penetrare un rinforzo. L’assalto fu allora sostenuto con vigore e ributtato, poi fatta una sortita, respinsero i nemici, gli sbaragliarono, arsero le loro macchine, i ponti da loro costrutti e li obbligarono a levare 1’ assedio. Questa difesa di Mestre molto illustrò il nome del suo comandante Francesco Dolfin. Il Visconti dal canto suo erasi gettato nel Vicentino e nel Veronese, inteso a spossessare i due fratelli Bartolomeo ed Antonio Scaligeri, per sostenere le ragioni della moglie sua Regina della Scala, che dichiarava quelli essere illegittima prole, e a sè appartenere l’eredità paterna. Ed è probabile che sarebbe riuscito nel suo divisamente, se quei due principi non avessero adoperato il danaro a corrompere le sue truppe e non avessero avuto opportuni soccorsi dal Carrarese. Barnabò dovette quindi acconsentire ad una tregua, che durar dovea fino al gennaio dell’ anno seguente 1379. Fu quell’ inverno funestissimo all’ armata veneziana stanziata sotto Pola, giacche pei disagi e per le infermità scemata di molto la ciurma, il Pisani vedevasi ad assai mal partito ridotto. Riconfermato nel comando il 23 febbraio 1379 (1), destinandogli a provveditori Michele Steno e Carlo Zeno, gli fu spedito all’aprirsi della stagione un rinforzo di undici galee, con ordine di scortare alcuni bastimenti che andavano nella Puglia a caricar grani. Assalito da violenta burrasca, perduti due legni che cercato ricovero nel porto d’Ancona furono colà presi dalla flotta genovese, sostenuto con questa felicemente uno scontro, potè dopo tanti pericoli condurre a salvamento i legni carichi di grano e restituirsi alla sua stazione di Pola. Correva il dì 7 maggio del 1379 quando improvvisa- (1) Leges M. C. t. XVI.