254 Giovanni, perduta Adria.nopoli, umilmente piegatosi al vincitore ottomano per ottenere una gravosissima pace di sette anni, erasi poi recato a supplicare di sussidii i principi dell’Occidente (1), avea abiurato nel Vaticano alla fede greca, riconosciuta la supremazia del papa, in cambio di che Urbano V gli promise il soccorso di quindici galee, cinquecento cavalieri e mille arcieri, ma i suoi sforzi presso le altre potenze d’ Europa per indurle a far altrettanto essendo riusciti vani, il Paleologo nel suo passaggio da Venezia fu perfino tenuto ostaggio pei suoi debiti (2). Andronico suo figlio, lasciato in qualità di reggente nel tempo di sua assenza, non fece a tale notizia il minimo provvedimento per liberare il padre, il quale dovette la libertà all’ altro figlio Emmanuele, spogliatosi perciò di quanto possedeva. Ritornato Giovanni ne’suoi Stati e spirate le solite tregue, la Repubblica mandò ambasciatore Andrea Gradeni-go (3) con commissione di dichiarare all’imperatore, essere intenzione di Venezia di continuar a vivere in pace coll’impero e di rinnovare le tregue, a patto però, che i mercatanti veneziani venissero compensati dei danni sofferti e si pagassero alla Repubblica le convenute somme. Non potendosi ottenere per lungo tempo se non vaghe promesse, fu stimato opportuno di nominare per le cose di Romania, Trebisonda e mar Nero a capitano generale da mar Marco Giustinian da s. Polo e a provveditori Pietro Corner pro- (1) Joh. ac primum Venetias urbem pulcherrimam appidsus, et totius senatus c/ratulatione exceptus. De suppetiis tamen nec loqui ncc audirc sustinebant. Iride, ad Carolum reyem Francorum profectus nihil obtiuuit, q. principe» factionìbus et bellis inter se distracti essent. (2) Hammer, St. dell’ imp. ottomano L. V. (3) 1375, Memorie d’ Amb. spediti a Principi. Cod. CLXIX cl. XI. it. e libro Syndacatus all' Arch. p. 127.