317 Non procedevano però, come nell’ Oriente, prospere le cose ai Veneziani nelle terre a lor più vicine. Trieste erasi data al duca Leopoldo d’Austria ; il Carrarese, sempre inquieto, sempre ambizioso, avea mosso le armi contro lo stesso duca per cacciarlo dal Trivigiano e assediava la città di Treviso. Invano ricorsero gli abitanti por efficace aiuto al duca (1), il quale nell’ impossibilità di sostenerli venne ad accordo col Carrara cedendogli per cento mila ducati Treviso, Ceneda, Feltro e Belluno. Laonde nella Repubblica veneziana sorgevano nuovi motivi di sospetto e di nemici-zia contro Francesco, al quale non poteva perdonare la guerra di Chioggia, e nuove complicazioni venivano dagli avvenimenti del Friuli. Imperciocché morto nel 1381 Marquardo patriarca d’ Aquileja, Urbano VI elesse di proprio moto Filippo d’Alemjon contro le consuetudini per le quali le proposizioni venivano fatte dalla stessa popolazione, onde gli Udinesi specialmente si opposero e non volevano che il patriarcato divenisse quasi una commenda conferita dal papa. Mandarono loro querele ad Urbano, ma inutilmente, e il patriarca, protetto anche dal re d’ Ungheria, arrivava intanto a Sa-cile ove ricevette gli omaggi di varii signori. Ma gli Udinesi e loro aderenti fermi nel sostenere le loro ragioni, le dichiaravano in apposito manifesto (2), e aveano a capo Federico Savorgnano. Così le cose piegavano apertamente alla guerra, ad evitare la quale, la Repubblica, eccitata anche dall’Ungheria, mandava a trattar di pace tra le due parti (3), ma invano, e già cominciavano le reciproche correrie, quando tuttavia non desistendo, rinnovava la Repubblica (1) Lettera dei Trivigiaui al duca d’Austria per soccorsi (1382). Verci t. XVI. (2) Vedi per questi fatti Francesco Palladio, Storia del Friuli. (3) Misti Senato, 10 feb. 1382/3, p. 7. Vol. III. 41