142 settaùtasei anni, e die tenne il ducato solo appena tre. Il principio del suo governo fu contrassegnato da una delle più. terribili inondazioni che mai affliggessero la città, minacciata d’ essere all’ intutto sommersa (15 febb. 1340) ; onde la salvazione di essa fu attribuita all’opera di s. Marco, s. Nicolò e s. Giorgio. Raccontasi che questi Santi, entrati nella barchetta d’un povero pescatore, si facessero condurre, non ostante l’imperversare delle onde, all’ isola di san Giorgio, ove il Santo di questo nome discese ; poi a s. Nicolò del Lido ove sbarcò il secondo, ed infine alla Piazza ove prendendo terra s. Marco, lasciò al povero pescatore un anello con ordine di tosto recarlo al doge, cui dovea raccontare quanto avea veduto e operato e come quei tre Santi aveano fatto sommergere una barca di maligni spiriti che preparavano la ruma di Venezia. Tale pia leggenda vedesi rappresentata in un magnifico dipinto di Paris Bordone nella sala dell’Accademia delle Belle Arti, e diede per lungo tempo motivo ad una festa commemorativa in quel giorno (1). Poco altro di rilevante ci offre il breve principato del Gradenigo ; ma la fama della Repubblica tant’ era grande che Odoardo III, re d’Inghilterra, allora in guerra con Filippo di Francia, a lei volgevasi per soccorsi. Scriveva come quest’ultimo ingiustamente’occupasse il ducato di Normandia, la maggior parte di quello d’Aquitania ed altre terre sulle quali egli vantava diritti; come egli, Odoardo, avessegli invano proposto di terminare ogni differenza con un combattimento particolare ; come invece trovandosi ora avviluppato in durissima guerra, domandava a Venezia quaranta galee lasciando in piena libertà al doge di determinare il compenso, che egli sarebbe a pagare entro un anno in oro, argento o mercanzie. Che se poi, soggiungeva, gli si rifiutassero (1) Cronaca detta Zancaruola ed altre.