dei Dieci decretava il 30 luglio di quell’ anno 1365 fossero distrutte tutte le carte d’ accusa lette contro il doge Lorenzo Celsi dopo la sua morte e che il nuovo doge fosse tenuto a dire pubblicamente nella prima adunanza del Consiglio essere stato il suo predecessore indegnamente calunniato dopo la sua morte di cose commesse contro 1’ onore del Comune di Venezia, le quali, fattane inchiesta, risultarono false (1). Di neppur tre anni compiti fu il dogado di Marco Corner e in essi la Repubblica, dopo quietati i già descritti nuovi moti di Candia, godette di perfetta tranquillità. Alla domanda del duca di Savoja di soccorsi contro i Turchi essa a principio si scusò : poi cedendo agli uffici del conte di Virtù figlio di Galeazzo Visconti, che insieme col duca di Savoia venne a Venezia (2), gli concesse due galee comandate da Saracin Dandolo e Luchino dal Vanne. Domandava il principe altresì un imprestito promettendo far dare alla Repubblica dall’ Imperatore Giovanni di Costantinopoli in pegno la fortezza di Gallipoli, ma siccome questo possedimento 1’ avrebbe posta nella necessità di difenderlo vigorosamente contro i Turchi già troppo vicini, voleva piuttosto l’isola di Tenedo ; tuttavia, vedendo il grande bisogno di quel principe, acconsentì a dargli qualche somma. Pare in generale che in quel momento la Repubblica cercasse di non inimicarsi affatto coi Musulmani, standole molto a cuore rinnovare il commercio in Alessandria interrotto, da quando il sultano, per vendetta dello sbarco di Pietro di Lusignano re di Cipro, avea imprigionato i (1) Misti, VI, Cons. X, p. 30. (2) A quest’occasione il Consiglio de’Dieci ordinò si facesse buona custodia alla città probabilmente pel gran numero di forestieri, come facevasi ordinariamente alla festa dell’ Ascensione. Misti, VI. p. 41.