331 turco, assunse l’impero ; il sultano mandò ad intimargli dovesse ammettere un cadi o giudice turco nella sua capitale, per giudicare nelle cause de’ musulmani, e senza neppur attendere la risposta, gli eserciti turchi diedero il guasto ai dintorni e tennero chiusa pel corso di sette anni la stessa capitale. D’altra parte penetravano gli Ottomani nell’Ungheria, già la Bulgaria stava sotto alla loro dipendenza, la Valacchia pagava tributo, la Servia era stata costretta ad una pace vergognosa, la quale però non bastava ad assicurare il principe Stefano, ond’ ei pensò mettersi sotto la protezione veneziana col mandare solenne ambasciata domandando la veneta cittadinanza, che gli fu concessa con decreto 10 giugno 1391. La Repubblica fino dall’ innalzamento di Bajezid avea-gli mandato Francesco Quirini (1) con ricchi donativi a ratificare i precedenti trattati e cercar di ottenere qualche scalo pel proprio commercio (17 febb. 1390) (2) ; ma vedendo i continui armamenti del sultano, raccomandava al capitano generale facesse buona guardia ai possedimenti, special-mente a Negroponte e Candia (3), e nuovi provvedimenti ordinava il 19 marzo 1394 (4). Intanto la condizione di Costantinopoli ogni dì più peggiorava e nel senato veneziano proponevasi di scrivere al bailo, che gli si manderebbero due galere di rinforzo, e si presentasse all’ imperatore persuadendolo a non si muovere dalla capitale, di cui la sua partenza sarebbe 1’ ultima rovina, confidasse in Dio, confidasse nei provvedimenti che sarebbero a fare i principi cristiani, scrivesse al Papa e a questi promovendo una lega generale. Prevalse però pel momento 1’ opinione di quelli che vole- (1) Misti, Senato, 17 febbr. 1389-90, p. 58, 59. (2) Il trattato in Comm. Vili, 150 manca anche nell’Hammer, (3) Misti, 27 aprile 1392, p. 55 t.° i4) Misti, 19 marzo 1894, p. 156.